Un anno fa l'imputazione coatta, questa mattina l'udienza preliminare dinanzi al gup Maria Di Carlo, che l'ha rinviata al 3 novembre, invitando il Pm a formulare con maggiore precisione il capo di accusa, la cui genericità, era stata eccepita dalle difese, al pari della costituzione di parte civile. Argomento, quest'ultimo, sul quale il giudice si è riservato la decisione.
Se ne riparlerà tra sette mesi, dunque, per le sei persone chiamate in causa da una indagine in materia di usura bancaria. Si tratta dei vertici e dei direttori di tre istituti bancari: ex Banca del lavoro e del piccolo risparmio, Banca Agrileasing, oggi Iccrea Banca Impresa SpA e Banca Intesa San Paolo: Gianraffaele Cotroneo (avvocato Antonio Della Porta), di Benevento, Claudio Romanino, di Napoli, Giovanni Boccuzzi, di Roma- sono rappresentati dall'avvocato Marcello Candemi-, Pierluigi Montefusco, di Cesinali, Michele Conti, di Castello di Cisterna, e Roberto Cupellari, di Sant'Angelo a Cupolo, tutti difesi dall'avvocato Sergio Rando.
I fatti risalgono ad alcuni anni fa, sono relativi alle querele tra il 2012 ed il 2013 del legale rappresentante di una società- assistito dall'avvocato Federica Ventorino e dallo studio De Longis senior - di cui era stato dichiarato il fallimento nel 2009. Attenzione puntata sui presunti tassi usurari sui prestiti all'impresa.
Nel 2015 il Pm aveva incaricato un proprio consulente che aveva offerto tre ipotesi di calcolo dei tassi per ciascuna banca; la metodologia di inclusione della Commissione di massimo scoperto; l'esclusione della stessa e l'inclusione della cosiddetta commissione di massimo scoperto media. A distanza di due anni, nel 2017, aveva chiesto l'archiviazione, alla quale si era opposta la parte offesa. Il Gip aveva ordinato altri sei mesi di attività investigativa, al termine dei quali aveva deciso, nel giugno del 2018 l'archiviazione, in assenza di opposizione.
Una scelta al centro del reclamo, accolto, presentato dall'imprenditore, perchè la richiesta di archiviazione era stata notificata ad un difensore diverso da quello di fiducia. Una volta superato il problema, era arrivata la seconda opposizione che aveva reso indispensabile la fissazione di una ulteriore camera di consiglio dinanzi al gip Loredana Camerlengo- siamo nel marzo del 2021- , che aveva disposto l'imputazione coatta “giacchè dall'incarto processuale deve ritenersi compiutamente integrata , l'ipotesi di reato contestata”, e dopo aver rilevato che “non appare possibile, in via preliminare ed aprioristica escludere l'esistenza dell'elemento psicologico, che sono in sede di vaglio dibattimentale potrà trovare la sua naturale sede di valutazione, stante l'evidenziato superamento del tasso soglia e dunque la concreta configurabilità del reato”.