La Procura ha chiesto l'archiviazione, innescando l'opposizione della parte offesa che ha determinato la fissazione di una camera di consiglio. Era in programma questa mattina - è stata rinviata al 14 novembre- dinanzi al gip Gelsomina Palmieri, che dovrà pronunciarsi sul destino dell'inchiesta a carico di undici persone – medici e non – chiamati in causa, a vario titolo, per la morte della 69enne di Pago Veiano, avvenuta il 1 febbraio del 2018 al Rummo, dove era rimasta per cinque mesi – con un intervallo di alcune settimane trascorse a Villa Margherita – dopo essere rimasta ferita nell'incidente accaduto il 5 settembre del 2017 lungo la Tangenziale ovest di Benevento.
La malcapitata era in compagnia del marito e di una nipote a bordo di una Fiat Panda che si era scontrata con un fuoristrada guidato da un 56enne di San Leucio del Sannio. Quest'ultimo, già a giudizio per lesioni aggravate il prossimo 1 dicembre, apre l'elenco degli indagati, del quale fanno parte dottori sia dell'ospedale, sia della struttura di contrada Piano Cappelle, difesi dagli avvocati Carmine Cavuoto, Marcello D'Auria, Andrea De Longis, Gino De Pietro, Paolo Piccialli, Luigi Zeccardo, Paolo Marinelli, Cecilia Del Grosso e Patrizia Prece.
A dare il là all'inchiesta era stata la denuncia ai carabinieri dei familiari, assistiti dall'avvocato Maria Rosaria Anna Conte Paone. Secondo la ricostruzione dei fatti operata, la pensionata era stata ricoverata prima in rianimazione, poi nel reparto di chirurgia d'urgenza dell'ospedale Rummo, subendo una serie di operazioni per problemi agli arti e agli organi interni.
A novembre, poi, era stata trasferita presso la struttura di riabilitazione a Piano Cappelle, dove, a distanza di un mese, le sue condizioni cliniche si erano aggravate, al punto da rendere necessario il ritorno al Rummo, dove era stata sottoposta ad altri interventi. Il 1 febbraio il decesso della 69enne.
La cartella clinica era stata sequestrata, il Pm aveva affidato alla dottoressa Elena Picciocchi l'incarco di procedere all'autopsia, per la quale gli indagati avevano nominato, come loro consulenti, i dottori Fernando Panarese, Monica Fonzo, Teresa Suero, Luca Santoro e Vincenzo Migliorelli,
Obiettivo dell'esame, stabilire l'esistenza di presunti profili di negligenza, imperizia e imprudenza a carico dei sanitari, se la paziente avesse goduto dei livelli di assistenza previsti e se la morte fosse diretta conseguenza delle lesioni subite nell'incidente. A seguire la richiesta di archiviazione ed il no delle pari offese.