Addio, Nicola. Addio ad un compagno di liceo che mi ha fatto divertire

Il ricordo

addio nicola addio ad un compagno di liceo che mi ha fatto divertire
Benevento.  

Eccome se me lo ricordo il giorno in cui entrai in quell'aula del IV ginnasio del Liceo classico 'Emanuele Duni' (nella foto) di Matera e mi fu assegnato il banco al quale già sedeva Francesco. Arrivavo da Salerno, non conoscevo nessuno, ero a dir poco spaesato. Non è facile cambiare realtà e lasciare gli amici d'infanzia.

Ricordo eccome la risata fragorosa dei miei compagni di classe quando, interrogato, pronunciai con inflessione marcatamente campana la parola 'Spartani'. La professoressa si arrabbiò tantissimo, ma quello fu il momento nel quale ruppi il ghiaccio. Il resto lo fece la comune passione per il pallone, quante partite dopo la scuola in quel campetto dietro la chiesa, io e Roberto ci alternavamo come libero e stopper - a quei tempi si diceva così, non si parlava di difensori centrali-, mentre Gaetano, Emilio, Sergio – non me ne vogliano gli altri, se non li cito – si muovevano a tutto campo.

Eravamo felici e spensierati, mai indifferenti a tutto ciò che ci circondava. C'era anche Nicola, con il quale all'inizio non avevo legato tantissimo. Mi sembrava avesse un carattere spigoloso, forse percepivo anche un po' di diffidenza da parte sua. Era magrissimo, col passare del tempo mi convinsi che rappresentasse al meglio la 'materanità', lo spirito di una città meravigliosa e di una comunità che avrei imparato ad amare.

I cinque anni passarono in fretta, tra ansie e speranze. Le strade, inevitabilmente, si separarono: la mia mi portò a Napoli, poi a Benevento. Con gli amici di Matera, che non ho mai dimenticato, non ci siamo più sentiti per tanti anni. Fino al giorno in cui uno di loro compose il mio numero di telefono. Restai senza parole nell'ascoltarne la voce, fu un bellissimo tuffo nel passato.

Avevano organizzato una rimpatriata della classe, avevano pensato anche a me. Sarebbe stato bellissimo rivederli e scherzare come facevamo, ma per motivi di lavoro non riuscii ad onorare l'impegno assunto. Non la presero bene, Nicola fu quello che mi rimproverò più duramente, spiegandomi che avrei dovuto fare qualsiasi cosa per esserci. Abbozzai, ma aveva ragione, anche se non gliel'ho mai detto.

Lo faccio adesso che non c'è più, che un destino crudele lo ha strappato in queste ore ai suoi cari. Addio, Nicola. Addio, amico che con le tue battute in dialetto materano mi hai regalato attimi di felicità.