Droga Spagna-Italia, Cassazione annulla senza rinvio le condanne di due sanniti

Per Antonio Sauchella, di Torrecuso, pena ridotta a 6 anni e 8 mesi contro i 22 in primo grado

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Benevento.  

Nuovamente annullate, e stavolta senza rinvio come nelle due precedenti occasioni, le condanne a 9 anni e 4 mesi e a 3 anni e 2 mesi, rispettivamente, per per Antonio Sauchella, 48 anni, di Torrecuso e Ivan Cerulo, 41 anni, di Foglianise – entrambi difesi dall'avvocato Nico Colangelo -, che nel 2012 erano rimasti invischiati in un'indagine della Dda di Napoli e dei carabinieri di Torre Annunziata su un 'giro' di droga sull'asse Spagna-Italia. Cocaina, hashish e marijuana importati dalla penisola iberica e piazzati in Campania, Emilia Romagna e Lombardia. Per Sauchella, ritenuto capo e promotore di un'associazione per delinquere insieme ad un'altra persone condannata in via definitiva a 17 anni, l'annullamento ha riguardato 18 dei 19 capi di imputazione, con la rideterminazione della pena finale, fissata in 6 anni e 8 mesi. Annullamento in toto, invece, per Cerulo, per il quale nel frattempo le accuse erano cadute in prescrizione.

Sauchella era stato condannato in primo grado a 22 anni, poi diventati 16 in appello con una sentenza che la Suprema Corte aveva 'cassato' nel 2017, rinviando il vaglio della sua posizione dinanzi ad una diversa sezione della Corte di appello, che aveva stabilito per lui la pena di 10 anni. Una pronuncia successivamente annullata dalla Cassazione, con atti trasmessi ancora alla Corte di appello, che aveva stabilito la condanna in 9 anni e 4 mesi.

Dal canto suo, a Cerulo erano stati inflitti, come membro dell'associazione, 9 anni e 4 mesi, ridotti in secondo grado a 6 anni e 8 mesi. Nel 2017, però, la Cassazione aveva annullato la sentenza sul capo della partecipazione associativa, rinviando gli atti alla Corte di Appello, che lo aveva assolto dall'addebito associativo e l'aveva condannato a 5 anni per spaccio. Una decisione, quest'ultima, nuovamente annullata dalla Suprema Corte con rinvio ai giudici di secondo grado, che lo avevano condannato a 3 anni e 2 mesi.