AGGIORNAMENTO ORE 14.13
Il pm Assunta Tillo ha insistito per il rinvio a giudizio, le difese per il non luogo a procedere nei confronti dei loro assistiti, che il gup Loredana Camerlengo ha però spedito a processo. Inizierà il 30 novembre a carico del ginecologo Gaspare Lizza (avvocati Angelo Leone e Giovanna Coppola) e dell'ostetrica Iolanda Tucci (avvocato Giuseppe Pica, oggi sostituito dal collega Roberto Pulcino), tirati in ballo a vario titolo nell'inchiesta del sostituto procuratore Maria Colucci e dei carabinieri sulla morte di un neonato avvenuta il 2 giugno del 2019 all'ospedale Rummo
Dopo un tentativo di parto naturale e l'utilizzo della ventosa, alla mamma, di Benevento come il papà, era stato praticato un taglio cesareo con il quale il bimbo era venuto al mondo il 30 maggio.
Gravi le sue condizioni, che avevano reso necessario il ricovero in Terapia intensiva neonatale, dove aveva cessato di vivere due giorni dopo. La denuncia dei genitori aveva innescato l'attività investigativa e la fissazione dell'autopsia, eseguita dal medico legale Lamberto Pianese e dal ginecologo Giuseppe De Masellis. Sette le persone 'avvisate' all'epoca: cinque medici, un ostetrico ed una ostetrica, che avevano nominato come loro consulenti i dottori Antonio Chiantera, Pietro Tarsitano, Teresa Suero e Michele Selvaggio. La scelta dei familiari della vittima, parti civili con l'avvocato Antonio Leone, era invece caduta sui dottori Fernando Panarese e Maurizio Bresadola. La posizione di cinque indagati era poi stata archiviata, a differenza di quelle di Lizza e Tucci.
Secondo gli inquirenti, l'ostetrica non avrebbe valutato adeguatamente il tracciato cardiotocografico ed i segni di sofferenza fetale, ed avrebbe allertato in ritardo il ginecologo. Quest'ultimo, dopo tre tentativi con la ventosa, avrebbe ritardato l'ingresso della paziente in sala operatoria, per il taglio cesareo. Il piccolo era nato asfittico, poi il suo decesso il 2 giugno.