Soldi non riversati da Gosaf a due Enti, Piccoli assolto dall'accusa di peculato

La sentenza per il presidente del Cda della società di riscossione tributi

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Benevento.  

Assolto dal Tribunale perchè il fatto non sussiste, così come chiesto dalla difesa. E' quanto deciso al termine del processo a carico di Vincenzo Piccoli (avvocato Marcello D'Auria), 88 anni, di Sant'Agata dei Goti, presidente del Cda della Gosaf -sede legale a Montesarchio e base operativa nella cittadina saticulana- , la società di riscossione dei tributi che, dopo aver operato in oltre cinquanta comuni italiani, dall'ottobre del 2014, dopo essere stata sequestrata, è guidata da un commissario giudiziario.

Per lui l'accusa di peculato – il pm Maria Colucci ne aveva proposto la condanna a 4 anni e 6 mesi-, prospettata in una inchiesta che, scandita nel 2018 da un sequestro di beni, poi annullato dal Riesame, era centrata sulle somme che, dopo essere state incassate, non sarebbero state riversate al Comune di Crispano e all'Ente Parco Partenio. La Gosaf svolgeva per entrambi il servizio di tesoreria, per Crispano anche quello di riscossione dei canoni idrici. In ballo, nel caso dell'Ente locale della provincia di Napoli, rispettivamente, 600 e 400mila euro. Per l'Ente Partenio, invece, 82mila e passa euro.

Il processo che si è chiuso oggi pomeriggio si aggiunge a quello, ancora in corso, a carico di undici imputati, tra i quali Piccoli, per gli importi che non sarebbero stati girati ai Comuni di Paolisi, Portici e Anagni. Le accuse in questo caso vanno, a vario titolo,dal peculato al falso ed all'abuso d'ufficio.

Secondo la Procura, per quanto riguarda Portici e Anagni, la Gosaf si sarebbe appropriata, nell'ordine, “di 726mila euro riscossi a titolo di Tarsu e Tefa (tributo esercizio funzioni ambientali), di competenza della Provincia di Napoli” , e “di 1 milione e 600mila euro: 1 milione e mezzo per la Tarsu, di competenza del Comune anagnino, il resto quale Tefa da riversare alla Provincia di Frosinone”. Per Paolisi, invece, attenzione puntata sul denaro che la società non avrebbe potuto utilizzare perchè quei fondi assegnati al Comune erano vincolati.