Depurazione, Comune e Gesesa, inchiesta chiusa: nove indagati

Diverse le ipotesi di reato contestate dal pm

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Benevento.  

Sono nove le persone che compaiono nell'avviso di conclusione dell'indagine, firmato dal sostituto procuratore Assunta Tillo,sull'affidamento alla Gesesa, da parte del Comune di Benevento, della gestione del Servizio idrico integrato.

Si tratta del secondo troncone dell'inchiesta dei carabinieri sull'inquinamento dei fiumi, nel quale sono stati chiamati in causa Piero Ferrari (avvocati Marcello D'Auria e Andrea De Sanctis), fino al gennaio 2019 amministratore delegato di Gesesa, Oreste Montano (avvocato Marcello D'Auria, ingegnere, Giovanni Colucci (avvocati Giovanbattista Colucci e Raffaele Tecce), commissario straordinario dell'Ato Calore-Irpino e dall'ottobre del 2018 commissario liquidatore dello stesso, Mario Pasquariello, nel 2018 – l'epoca dei fatti, assessore comunale ai lavori pubblici, Maurizio Perlingieri, dirigente dello stesso settore di Palazzo Mosti – entrambi difesi dall'avvocato Sergio Rando- , Giovanni Moriello (avvocato Marcello D'Auria), geologo, Giovanni Quarantiello (avvocato Luigi Bocchino), capogruppo in consiglio comunale di una delle liste a supporto del sindaco Mastella, primo firmatario di un emendamento sottoscritto anche da altri rappresentanti dell'assise, Giovanni Tretola (avvocato Vincenzo Regardi), capo tecnico della Gesesa, Pasquale Schiavo (avvocato Andrea De Sanctis), responsabile servizio manutenzione della Gesesa.

Diverse le ipotesi di reato contestate: per Ferrari, Colucci, Montano, Pasquariello, Perlingieri e Quarantiello quella di abuso d'ufficio, prospettata per una delibera del 2018 – Pasquariello l'aveva proposta alla giunta che l'aveva approvata, al pari del Consiglio – sull'individuazione della Gesesa, appunto, come gestore del Scrvizio idrico integrato. Un'iniziativa ritenuta illegittima dagli inquirenti, secondo i quali l'affidamento sarebbe dovuto andare solo a società interamente pubbliche.

Per Moriello e Schiavo, in concorso con Montano e Ferrari, una ipotesi di abuso d'ufficio, per Tretola, in concorso con Ferrari, Montano e Schiavo, quella di falso in relazione allo studio di prefattibilità tecnica ed economica del sistema depurativo di Benevento. Infine, per Ferrari, Colucci e Montano una presunta turbativa di gara.

Si tratta di una indagine scandita da alcuni interrogatori, dall'appello presentato al Riesame, dal Pm, contro il no del Gip all'adozione di una misura cautelare – gli arresti domiciliari - nei confronti di Ferrari, Colucci e Montano, e dall'annullamento, deciso dal Riesame, di un maxi sequestro per 78 milioni di euro a carico della Gesesa.

Ora gli indagati hanno venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o produrre memorie difensive, poi il Pm procederà alle eventuali richiesta di rinvio a giudizio.