Asl: interrogato per due ore, Falato parla dei rapporti con Rossi e De Girolamo

Processo d'appello, esame per uno degli imputati assolti in primo grado. il prossimo sarà Pisapia

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Benevento.  

Per due ore ha risposto alle domande, chiarendo ulteriormente il senso di alcune delle affermazioni, soprattutto sul versante dell'influenza della politica, che tra novembre del 2018 e febbario del 2019 aveva rilasciato durante il processo di primo grado, terminato con la sua assoluzione e quella di altre sette persone, nato dall'inchiesta sull'Asl.

Arnaldo Falato (avvocato Mario Verrusio), ex responsabile budgeting dell'Azienda sanitaria, che all'epoca era stato descritto come un fiume in piena la cui portata è sembrata inevitabilmente diminuita con il trascorrere del tempo, è comparso oggi dinanzi alla Corte di appello, chiamata a pronunciarsi sul ricorso del pm Assunta Tillo nei confronti di sei imputati: Felice Pisapia (avvocati Vincenzo Regardi e Claudio Botti), ex direttore amministrativo, l'ex parlamentare Nunzia De Girolamo (avvocati Domenico Di Terlizzi e Giandomenico Caiazza), Luigi Barone (avvocati Vincenzo Sguera e Gaetano Coccoli) e Giacomo Papa (avvocato Salvatore Verrillo), chiamati in causa come collaboratori di De Girolamo, e l'ex direttore generale Michele Rossi (avvocato Roberto Prozzo).

Falato ha ricordato di aver accolto con favore l'insediamento, nell'ottobre del 2011, di Michele Rossi alla direzione generale. (“Ci conoscevamo, ero contento che fosse stato scelto lui, certo non immaginavo i successivi problemi”, aveva detto in aula), precisando che quando il manager lo aveva chiamato nella sua stanza per comunicargli che lui, Pisapia e De Masi, al vertice del Provveditorato Asl, non avevamo il gradimento della politica, perchè erano della vecchia guardia mastelliana”, non aveva fatto il nome di esponenti politici. Ha aggiunto di aver avuto l'impressione che Rossi pensasse ad un diverso modo gestionale rispetto al passato, tutto accentrato nelle sue mani. Quanto alla sospensione delle gare, tra cui quella del 118, ha sostenuto che il dg gli aveva chiesto delle informazioni, sottolineando che, a differenza di De Masi, che aveva chiesto il trasferimento ad altro incarico, lui aveva resistito perchè abituato ai contrasti.

E, per quanto riguarda il capitolo dei rapporti con De Girolamo, ha ribadito di averla incontrata tre volte: "Le prime due su suo invito, tra luglio ed agosto 2010, presso la segreteria del Pdl. Mi parlò dell'ospedale di Cerreto Sannita, mi chiese di tenerla aggiornata”. Il terzo incontro risale invece al 6 aprile del 2012: “L'avevo chiesto io attraverso Fernando Errico, mio amico, perchè non ce la facevo più. Ci vedemmo a casa della deputata, De Girolamo, con il sorriso sulle labbra, mi spiegò che era stata lei a proporre a Rossi di farmi fuori”. Ma – ha concluso – perchè voleva fare da paciere rispetto allo scontro che c'era stato.

L'udienza è stata scandita nche dalla deposizione di Alfredo Gorgonio, un dipendente dell'Asl, che ha riferito sui due controlli effettuati al bar del Fatebenefratelli. Quest'ultima, con il passaggio di gestione dalla ditta 'Mario Liguori srl' a Giorgia Liguori, cugina della De Girolamo, è una delle vicende al centro dell'appello del Pm. E' contestata, come tentata concussione, a Rossi e De Girolamo. L'altra, prospettata a carico di Rossi, De Girolamo, Barone, Papa, Falato e Pisapia, riguarda la concussione di cui sarebbe rimasto vittima Giovanni De Masi, dirigente dell'Unità Provveditorato, che sarebbe stato 'invitato' a sospendere quattro gare già bandite e prossime alla scadenza – tra il 14 e il 26 ottobre 2011 - (cure domiciliari, trasporto infermi in emergenza, disinfestazione e derattizzazione, pulizie) e a lasciare l'incarico ricoperto. Prossimo appuntamento tra una settimana, quando toccherà a Pisapia sedersi dinnanzi ai giudici.