Otto mesi. E' la pena, patteggiata e sospesa, decisa dal gip Maria Di Carlo per una 50enne di Castelpoto di cui era stato chiesto il rinvio a giudizio per stalking. Difesa dall'avvocato Giuseppe Albanese, era stata chiamata in causa per i comportamenti che avrebbe mantenuto nei confronti di una donna più grande di lei di qualche anno – è assisita dall'avvocato Fabio Russo -, moglie del suo amante.
L'avrebbe molestata ripetutamente con messaggi via whatsapp e telefonate nelle quali avrebbe ammesso di avere una relazione con l'uomo. E quando quest'ultimo si era ricoverato in una clinica, lei l'avrebbe sbeffeggiata.
“Come sei premurosa, lo vai a trovare due volte al giorno e resti fino a tardi per impedirmi di vederlo, ma sono io che vedo ciò che fai, perchè so gli orari che fai, dove parcheggi....”, le avrebbe scritto in un'occasione. In altre, invece, avrebbe fatto riferimento a particolari della vita intima e familiare della malcapitata, comprensibilmente preoccupata, al punto da non uscire più di casa da sola.