Ha chiesto una condanna per peculato e, poi, assoluzioni per lo stesso addebito e la dichiarazione di intervenuta prescrizione delle accuse di abuso d'ufficio e turbativa di gara. Sono le conclusioni alle quali è giunto il pm Licia Fabrizi nel processo a carico di quattro persone tirate in ballo dall’inchiesta, avviata dal sostituto procuratore Antonio Clemente e condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, sulla Digep srl, la società che fino ad alcuni anni fa si occupava per il Comune di Benevento della riscossione dei tributi.
La condanna a 3 anni per peculato è stata proposta per Massimo Manzerra, 79 anni, l'assoluzione per Cristina Manzerra, 51 anni, Giovanna Asta, 71 anni, di Pisa, Pasquale Froio, 66 anni, nato a Benevento ma residente in provincia di Genova, chiamati in causa come soci, amministratori di fatto e/o di diritto, rappresentanti legali della Digep. Nel mirino degli inquirenti l'appropriazione di non meno di 350mila euro che non sarebbero stati versati nelle casse comunali.
La richiesta di prescrizione è stata invece avanzata per le imputazioni di turbativa di gara - secondo la Procura, la gara per l’aggiudicazione sarebbe stata effettuata sulla base di un preventivo accordo che avrebbe permesso alla Digep di vincere l’appalto, affidato con lo strumento dell’offerta segreta, con una percentuale che risultava esattamente la stessa racchiusa nella busta segreta – e abuso d'ufficio, quest'ultima prospettata rispetto a quanto non sarebbe stato fatto in relazione ai mancati versamenti della Digep.
A seguire, gli interventi degli avvocati Danilo Romagnino, Tiziana Franceschi e Fabio Russo, per Froio e Asta, mentre il 7 aprile è in programma l'arringa dell'avvocato Domenico Russo, per i due Manzerra, cui seguirà la sentenza del Tribunale. Per il Comune di Benevento, parte civile, l'avvocato Vincenzo Catalano.
Come si ricorderà, nell'indagine erano rimasti coinvolti anche un dirigente ed una funzionaria di Palazzo Mosti che il gup Roberto Melone, al termine di un rito abbreviato, aveva assolto, perchè il fatto non sussiste, dalle accuse di turbativa di gara ed abuso d'ufficio.
L’appalto per la riscossione dei tributi, ottenuto dalla Digep dopo una gara espletata nel maggio del 2011, era stato annullato da Palazzo Mosti per una serie di inadempienze come il mancato versamento delle somme dovute alle prescritte scadenze.
Per questo motivo, dopo la rescissione, con la stessa delibera siglata dall'assessore alle Finanze, Cosimo Lepore, il Comune aveva affidato la gestione del servizio alla Gosaf Spa, che si era classificata al secondo posto, e che aveva contestato, anche con un ricorso al Tar, le modalità di aggiudicazione della gara.