Tentato omicidio dell'artista Roberto Azzurro, Paulo torna in carcere

Condannato a 3 anni e 4 mesi, deve scontare 1 anno e 8 mesi

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Benevento.  

Il 14 marzo del 2019 era stato condannato ed era tornato in libertà, ora è stato arrestato e condotto in carcere. Un anno e 8 mesi: è la pena residua che deve scontare Paulo Francisco da Silva, 41 anni, origini brasiliane, residente a Benevento, accusato di tentato omicidio, rapina e sequestro di persona ai danni di Roberto Azzurro, il 54enne attore-regista napoletano che era stato ricoverato al Rummo in prognosi riservata dopo essere stato accoltellato alla gola ed all'addome nella tarda serata del 4 agosto del 2017.

Difeso dall'avvocato Antonio Bruno Romano, aveva scelto il rito abbreviato, al termine del quale il gup Loredana Camerlengo, dopo la concessione delle attenuanti generiche e il riconoscimento del vizio parziale di mente, gli aveva inflitto 3 anni e 4 mesi, il risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, in favore della parte civile (rappresentata dall'avvocato Laura Silvestri), assolvendolo dal porto dell'arma.

Inoltre, aveva rimesso in libertà l'allora 38enne che, dopo essere rimasto in carcere per un anno e mezzo, era dal 16 febbraio del 2019 ai domiciliari, dove stava seguendo un piano terapeutico curato dallo psichiatra Francesco Santucci.

Secondo gli inquirenti, il 38enne avrebbe colpito ripetutamente l'artista, anche con una pietra, dopo il suo no ad avances sessuali. I due non si conoscevano, quel venerdì sera si erano incrociati nella zona della Rotonda dei Pentri, dove Roberto era arrivato al volante di una Matiz. Paulo era in sella ad un ciclomotore, avrebbe avanzato le sue richieste e, di fronte al rifiuto dell'allora 53enne avrebbe estratto un coltello e l'avrebbe usato contro Roberto, colpendolo alla gola e non solo, anche con una pietra.

Paulo lo avrebbe inoltre costretto ad entrare nel bagagliaio della Matiz e lo avrebbe trasportato fino ad un cavalcavia dal quale avrebbe voluto lanciarlo di sotto, nel fiume Calore. Non ci sarebbe riuscito per l'opposizione del malcapitato, che, gravemente ferito, si era aggrappato al guard rail. A quel punto, anche per il sopraggiungere di una macchina, lo avrebbe lasciato nei pressi dello svincolo di Paupisi.

Una ricostruzione opposta a quella emersa dalle dichiarazioni spontanee rese da da Silva a gennaio, quando aveva rotto il silenzio nel quale era stato immerso fino a quel momento.

Aveva sostenutoo che sarebbe stato Azzurro, al volante di una Matiz, ad offrirgli nella zona della Rotonda dei Pentri un passaggio. Lui, che stava tornando in bici a Campomarino, aveva accettato, allettato dalla possibilità di superare in maniera comoda almeno il tratto di Zingara morta, particolarmente pesante, della statale Benevento – Campobasso. Una volta a bordo – aveva proseguito da Silva -, Azzurro avrebbe fermato la macchina e gli avrebbe fatto delle avances sessuali, alle quali lui avrebbe reagito sferrandogli alcuni pugni.

A quel punto, l'artista avrebbe estratto un coltello che Paulo sarebbe riuscito a sottrargli, ferendosi ad una mano, usandolo, ripetutamente, contro di lui. E facendo altrettanto anche con un pietra. Poi lo avrebbe fatto entrare nel portabagagli della Matiz, dal quale l'avrebbe fatto scendere nei pressi dello svincolo di Paupisi della 372, dove era stato ritrovato e soccorso. Secondo da Silva, Azzurro si sarebbe allontanato da solo, mentre lui avrebbe continuato la marcia alla guida della vettura del malcapitato, intercettata e bloccata dalla polstrada di Campobasso in un'area di servizio a Termoli.