AGGIORNAMENTO 9 MARZO
Sarà il gup Maria Di Carlo, il prossimo 19 maggio, a decidere se spedire a giudizio, come ha chiesto il Pm, il 20enne di Tocco Caudio - è difeso dal'avvocato Marianna Febbraio -, chiamato in causa per una presunta violenza sessuale ai danni di una 18enne di Montesarchio– è rappresentata dall'avvocato Antonio Leone -, affetta da un lieve ritardo mentale.
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Chiusa l'indagine del sostituto procuratore Maria Colucci e dei carabinieri nei confronti di un 20enne di Tocco Caudio, chiamato in causa per una presunta violenza sessuale ai danni di una 18enne di Montesarchio– è rappresentata dall'avvocato Antonio Leone -, affetta da un lieve ritardo mentale.
Difeso dall'avvocato Marianna Febbraio, il giovane è stato colpito a dicembre dal divieto di avvicinamento alla parte offesa disposto dal gip Pietro Vinetti per un episodio che sarebbe accaduto il 30 maggio del 2021, nel quale era stato tirato in ballo anche un 18enne.
Secondo quanto riferito dalla ragazza, in mattinata avrebbe incontrato il 18enne, conosciuto in una chat, con il quale avrebbe avuto un rapporto consenziente perchè lo considerava il suo fidanzato, dandosi poi appuntamento in serata. Una uscita con più persone, perchè a loro si erano aggiunti l'allora19enne ed altri due amici.
Tutti a bordo della macchina del 18enne, fino ad Airola, dove due passeggeri erano scesi, lasciando la 18enne in compagnia dei due tocchesi. Ancora un giro in auto, anche dinanzi al cimitero di Airola, poi la vettura avrebbe raggiunto una zona isolata e poco illuminata in territorio di Moiano, alle spalle di un locale.
A differenza del 19enne, rimasto nell'abitacolo, il conducente sarebbe sceso con la ragazza ed avrebbe avuto un altro rapporto con lei, ancora consenziente. Ai due si sarebbe poi aggiunto il 19enne, che, mentre l'altro si era allontanato, risalendo in macchina, avrebbe approfittato della giovane: l'avrebbe toccata pesantemente e, di fronte al suo rifiuto, l'avrebbe tirata per i capelli e costretta ad un rapporto orale .I tre erano poi ripartiti alla volta di Airola, dove erano passati a prendere gli altri due.
Infine, dopo un ulteriore giro ed anche una pizza consumata insieme, tutti a casa, dove lei aveva riferito ai genitori ciò che le era capitato. Da qui la corsa all'ospedale Rummo, dove aveva ricevuto le cure del caso, poi la denuncia e l'avvio dell'indagine, scandita da un incidente probatorio e, infine, dal divieto applicato al 19enne, per il pericolo di reiterazione del reato.
Comparso dinanzi al Gip, l'indagato aveva escluso di aver costretto la ragazza a praticargli un rapporto orale. Non è vero, ci siamo soltanto toccati e basta, aveva affermato, mentre il suo legale aveva sottolineato le incongruenze che esisterebbero, a suo dire, nelle dichiarazioni rese in più momenti dalla ragazza. Il 20enne ha ora venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogato o produrre memorie, poi il Pm procederà all'eventuale richiesta di rinvio a giudizio.