Ha negato di aver abusato di lei, escludendo qualsiasi implicazione sessuale. Daniel Sierge, un 31enne di nazionalità ivoriana, residente a Benevento, lo ha fatto nel corso di un lungo interrogatorio dinanzi al gip Loredana Camerlengo, che lo ha spedito agli arresti domiciliari, su richiesta del sostituto procuratore Licia Fabrizi, perchè avrebbe violentato una connazionale.
Difeso dall'avvocato Antonio Bruno Romano, il giovane ha offerto la sua ricostruzione dei fatti del 20 novembre del 2021, sostenendo, contrariamente a quanto dichiarato dalla ragazza, che la conosceva già in precedenza, come dimostrerebbe una foto che li ritrae durante una festa uno accanto all'altra, a luglio, e come potrebbero confermare tre persone che ha indicato.
Una circostanza che potrebbe risultare non di poco conto, alla quale ha aggiunto che sarebbe stata lei a chiamarlo – come sarebbe capitato anche il giorno successivo all'episodio contestato- per chiedergli di accompagnarla in macchina a Napoli. Lui avrebbe inizialmente detto no, poi aveva cambiato idea. I due si sarebbero dati appuntamento a Montesarchio, da dove erano partiti alla volta del capoluogo partenopeo, diretti al mercato africano nei pressi della stazione ferroviaria, dove la donna aveva comprato alcuni prodotti, anche uno per gli occhi.
Secondo gli inquirenti, dopo averle proposto durante il viaggio di ritorno di avere rapporti come segno di gratitudine per averla portata a Napoli, il 31enne, di fronte al rifiuto, l'avrebbe costretta a subire atti sessuali, impedendole di gridare e chiedere aiuto. Non è vero, non le ho mai fatto avances di alcun tipo, ha proseguito Daniel, che ha poi parlato di una lite che sarebbe scoppiata in auto mentre rientravano. Ad innescarla sarebbe stata l'improvvisa comparsa della somma di 1300 euro che lei avrebbe tirato fuori da uno zaino.
Denaro di cui il 31enne avrebbe chiesto la provenienza, da qui lo 'scontro' terminato quando lui, dopo aver accostato la vettura, l'avrebbe fatta scendere ed era ripartito. Una lite accompagnata da una colluttazione che a suo dire spiegherebbe i graffi sul volto e sul collo, un occhio ed uno zigomo tumefatti per la ragazza. Che, in base alla convinzione del Pm e del Gip, sarebbe invece riuscita a liberarsi e a fuggire. Un'anziana l'aveva notata mentre camminava lungo l'Appia, ad Airola, a piedi nudi e in stato di agitazione, ed aveva fatto scattare l'allarme.