E' una inchiesta già 'deflagrata' nel marzo del 2019 e sfociata alcuni mesi fa, così come aveva chiesto il pm Flavia Felaco, in due rinvii a giudizio, che ora fa registrare una nuova tappa con l'esecuzione di tre misure cautelari.
Li ha disposte il gip Pietro Vinetti, su richiesta del sostituto procuratore Donatella Palumbo, per Lorenzo Falzarano, 58 anni, finito in carcere, la moglie, Loredana De Simone, 51 anni, di Airola, ritenuti amministratori di fatto della 'Ecologia Falzarano', e Vittorio Lana, 60 anni, di San Giorgio a Cremano, rappresentante legale della stessa, al quale è stato applicato il divieto per un anno di esercitare imprese o di ricoprire uffici direttivi delle persone giuridiche. Indagata a piede libero, invece, una 47enne di Moiano
Si tratta della società impegnata nel settore dello smaltimento dei rifiuti in più regioni italiane, dichiarata fallita dal Tribunale di Benevento il 17 giugno del 2020 ed affidata all'ufficio di curatela del quale fanno parte gli avvocati Antonio Pio Morcone, Sergio Rando e Paolo Palummo.
Le ipotesi di reato alla base della misura cautelare vanno dalla bancarotta fraudolenta (documentale e dissipativa), all'autoriciclaggio e a reati tributari. Il provvedimento è stato eseguito dalla guardia di finanza, che ha proceduto ache ad alcune perquisizioni ed al sequestro preventivo di due società - la 'Gepind sas' e la 'Eco Energy' con sedi a Telese ed Airola- con la nomina di Luigi Mazzone come amministratore giudiziario, e, nei confronti di 'Ecologia' e dei tre indagati, del denaro costituente “il profitto del reato fino alla concorrenza di €. 6.220.510,36”.
In una nota il procuratore Aldo Policastro spiega che “le indagini preliminari, corroborate anche da attività tecnica, hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei legali rappresentanti delle società implicate, unitamente ad altri due soggetti, risultati essere meri prestanome, in ordine alle seguenti circostanze: due di essi, nella loro qualità di amministratori di fatto della società, già operante nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti con numerosi appalti pubblici in Campania ed in diverse regioni del sud Italia, dichiarata fallita dal Tribunale di Benevento con sentenza del 17.6.2020, ed altro soggetto, nella qualità di amministratore unico della citata società, dissipavano i beni aziendali della società fallita, determinando l’insorgenza di un passivo fallimentare di circa €. 80.000.000,00, non comprensivo delle istanze di ammissioni tardive, a fronte di un attivo di poco più di €. 18.000.000,00, distraendo, per quanto accertato dagli investigatori, somme di denaro per complessivi €. 9.157.077,52 dal 2014 al 2018 a favore di altra società sempre a loro riconducibile, in parte mediante fittizi noleggi di automezzi documentati da fatture per operazioni inesistenti ed in parte mediante l’utilizzo del mastrino “fornitori c/anticipi”, in realtà mai eseguiti, per giustificare contabilmente i movimenti finanziari”.
Inoltre, sostengono gli inquirenti, “allo scopo di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, o di recare pregiudizio ai creditori, in parte occultavano, sottraevano o comunque omettevano di tenere i libri e le altre scritture contabili obbligatorie, con particolare riferimento al Registro dei beni ammortizzabili ed i libri sociali, mentre con riferimento ai periodi d’imposta dal 2013 al 2020 tenevano le scritture contabili in modo lacunoso tale da rendere impossibile la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari della società dichiarata fallita”. Questo il quadro che ha fatto scattare le misure a carico dei tre indagati, difesi dagli avvocati Antonio Castiello, Maria Cornacchia e Ivano Chiesa.
Come si ricorderà, Falzarano e Lana erano stati rinviati a giudizio, nello scorso settembre, nel filone principale dell'inchiesta – all'epoca era stato ordinato un sequestro di beni, per equivalente, fino alla concorrenza di 9 milioni di euro- per omesso versamento dell’Iva e delle ritenute Irpef per due annualità, mentre per altri addebiti era stata dichiarata l'intervenuta prescrizione.