Morire a 16 anni mentre su un motorino sfidi il freddo che non senti

Il dramma, nella notte, a Benevento

morire a 16 anni mentre su un motorino sfidi il freddo che non senti
Benevento.  

Ma sì, che volete che siano il freddo pungente e l'umidità che ti trapana le ossa, quelle sono cose che preoccupano i più grandi, alle prese con acciacchi di ogni tipo. A 16 anni ti senti invincibile o quasi, credi che non possa capitarti nulla di grave, che non esistano ostacoli insormontabili lungo il cammino di un'esistenza che è appena sbocciata. Vuoi respirare la vita sempre, riempire di gioia i tuoi polmoni, anche con il casco e a costo di gelarti su un motorino, di arrivare intirizzito a casa o dagli amici che stanno aspettando di notare la tua sagoma su quelle due ruote che hai tanto desiderato.

Un ciclomotore l'abbiamo avuto più o meno tutti, salirci sopra, metterlo in moto e sgasare, al riparo degli occhi pieni di ansia dei nostri genitori, è stato sempre un momento di libertà e felicità, la speranza di poter raggiungere in fretta un'autonomia non solo anagrafica.

Chissà a cosa stava pensando quel ragazzo di Benevento che nella notte, in sella al suo scooter, è andato incontro ad un destino assurdo che ne ha spezzato i sogni.

Quel giovane corpo esanime sull'asfalto del viadotto che da via Avellino conduce alla rotonda dello stadio Ciro Vigorito è un'immagine terribile che rimanda alla disperazione di una famiglia, di quanti gli volevano bene. Perchè sia finito a terra, se esistano responsabilità di altri, lo accerteranno le indagini. Resta, nel frattempo, il dolore devastante per una tragedia che si fa fatica ad accettare. Non l'unica, purtroppo, ad un'età nella quale l'idea della morte è lontanissima, praticamente impercettibile.

Lui viaggiava diretto chissà dove, probabile che stesse rientrando, che abbia dato un'occhiata all'orologio, nel timore di aver fatto tardi, senza immaginare che stava per fermarsi. Per sempre.