L'Italia è una e indivisibile, la Campania non è un ducato

Intervento dell'avvocato Gino De Pietro

l italia e una e indivisibile la campania non e un ducato
Benevento.  

Riceviamo e pubblichiamo un intervento dell'avvocato Gino De Pietro

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"Costantino Mortati insegnava che il presidente del consiglio dei ministri esprime l’indirizzo politico generale del paese. Quando si agisce per negare l’esecuzione concreta di tale funzione, è come se si togliesse alla carica esecutiva apicale la sua stessa essenza.

Il provvedimento che alcuni mesi fa ha radicalmente modificato i criteri per la classificazione delle zone del paese in funzione delle progressive restrizioni da applicare a ciascuna di esse è una chiara espressione della funzione di indirizzo politico generale. Se ci si dedica, infatti, a ricostruire il sistema derivante dall’insieme delle singole norme prescrittive si osserva che in forza di quel provvedimento il criterio del contagio non ha quasi più alcuna rilevanza nella determinazione della classificazione, in quanto l’assegnazione alle singole zone così come il relativo passaggio dall’una all’altra è determinato congiuntamente dal tasso di occupazione delle strutture ospedaliere ordinarie e dei posti in terapia intensiva.

L’interprete deve sempre esplorare il significato che le norme hanno nel loro insieme e nella loro logica di sistema, prima di trarre delle conclusioni in merito. In questo caso l’interpretazione, a mio sommesso avviso, è che, grazie alla somministrazione dei vaccini e all’adozione di tutte le altre misure di prudenza (uso di mascherine, divieto di assembramenti, super green pass…), il solo dato della diffusione del contagio non è rilevante perché esso può essere combattuto – e battuto – sia dalla protezione vaccinale che dalle altre misure prudenziali. È da tale scelta, di convivere col virus proteggendosi senza chiudere il paese, che deriva la straordinaria crescita economica del PIL e la possibilità di sperare in un futuro migliore per le nuove generazioni anche grazie all’intervento straordinario del PNRR. La scelta di indirizzo politico compiuta dal governo nella sua interezza quest’estate ha una sua intima coerenza: l’Italia ha bisogno di lavorare e di continuare a vivere; il virus va combattuto con le armi disponibili: anzitutto il vaccino ed insieme tutte le altre misure utili a contrastarne la diffusione; i contagi in sé non sono significativi se non quando determinano l’intasamento delle strutture ospedaliere secondo i parametri legali fissati; pertanto il paese non si chiude e si va avanti facendo funzionare tutto secondo le regole generali dettate così da poter cogliere appieno anche l’occasione irripetibile del PNRR coi suoi abbondanti fondi, comparabili a quelli del Piano Marshall che consentì all’Italia la ripresa economica che ci ha condotto alcuni decenni fa a diventare il quinto paese al mondo.

Perdipiù, secondo le evidenze scientifiche, la variante omicron non pare avere effetti gravi in generale e non conduce quasi mai all’ospedalizzazione dei vaccinati per cui, se non ci fossero alcuni milioni di stolti riottosi che si sono irrazionalmente rifiutati di vaccinarsi, oggi noi saremmo fuori da ogni pericolo e potremmo vivere la nostra vita normale. Questa è anche una risposta ai tanti fautori della “libertà” di non vaccinarsi che si è risolta nella libertà di diffondere il contagio, di intasare ospedali e terapie intensive e di limitare la libertà di vivere, lavorare, studiare, socializzare e svolgere una vita normale di tutti gli altri che costituiscono la stragrande maggioranza sensata di questo paese.

Ci si è tanto riempiti la bocca di una presunta “dittatura della maggioranza o della scienza” da perdere completamente di vista che qui si è consumato un rarissimo quanto gravissimo episodio di dittatura di un’esigua minoranza fatta di ignoranti, stolti e asociali a danno della stragrande maggioranza dei cittadini di buon senso e razionali.

Secondo i dati scientifici, infatti, il rischio se contagiato di finire in terapia intensiva è pari, per un non vaccinato, a 26 volte il rischio per un vaccinato. Se i non vaccinati fossero stati solo i soggetti impossibilitati a farlo, nel nostro paese, oggi, avremmo poche centinaia di posti nei reparti ordinari e poche decine di terapie intensive occupati, l’Italia sarebbe integralmente bianca e tutti saremmo più tranquilli e fiduciosi nell’avvenire nostro e del paese. Ciò non è stato per colpa di coloro che non si sono vaccinati e di chi ha loro tenuto e continua a tenere bordone.

Costoro, peraltro, intasando ospedali e terapie intensive, costano allo Stato, impediscono agli altri di curarsi per le altre patologie e dimostrano di ritenere il “patto sociale” strutturato nel senso che lo Stato è solo una vacca da mungere quando serve mentre la società è un’entità ectoplasmica inventata dai creduloni, di cui ci si può fare beffa e infischiare quando si deve fare qualcosa che collabori al suo funzionamento. Costoro ritengono di avere solo diritti: di non vaccinarsi, di circolare senza mascherina, di assembrarsi senza limiti, di essere curati gratis quando si ammalano, di ottenere bonus e sostegni dallo stato, di vedersi “condonati” i debiti fiscali già accertati… ma di non avere alcun dovere.

A tal proposito vorrei sommessamente ricordare l’insegnamento di Mazzini, un padre della patria che parlava di “doveri del cittadino” come collante di una società giusta, libera e democratica. Un autentico patriota, anche se non esattamente nel senso che qualcuno vorrebbe.

Se un rimprovero si può muovere al Governo è una certa qual timidezza nel portare alle sue complete conseguenze l’atto di indirizzo politico generale così chiaramente formulato e qui entrano in gioco l’eterogeneità della maggioranza parlamentare e la volontà di taluni di strizzare gli occhi a “no vax”, “no pass”, e, potremmo aggiungere “no intelligenza”.

Un passo avanti che andrebbe fatto è quello di distinguere la sorte dei vaccinati da quella dei non vaccinati ancora più chiaramente ed in ogni ambito, non ritardando ancora nello stabilire che ciò che conta è la malattia e non il contagio, quantomeno per i vaccinati, visto che, per questi, che sono oltre i 9/10 del paese, si riduce ad un forte raffreddore, trattandosi di un’infezione che riguarda le vie respiratorie superiori e non arriva ad interessare né i bronchi né i polmoni.

In tal modo terminerebbe anche la teoria di persone per i tamponi e il meccanismo delle quarantene per gli asintomatici. Nelle normali influenze, cui la nuova variante covid è assimilata per i vaccinati, non si testano milioni di infettati – che ogni anno superano, secondo i dati, i cinque milioni di persone – ma si curano i malati con le terapie disponibili. I fragili si vaccinano da soli , perché sono fragili di corpo, ma, fortunatamente, non anche di mente!

Una volta così ricostruito l’indirizzo politico generale, è evidente che la condotta del presidente della regione Campania è un’aperta ribellione alle scelte politiche generali nazionali che forse ci sarebbe anche chi chiamerebbe quasi un atto sedizioso e come tale va represso con fermezza pena la perdita completa di credibilità dell’Esecutivo e la feudalizzazione del paese.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri ha il dovere di proteggere i cittadini campani dalle scelte in contrasto con l’indirizzo politico nazionale effettuate dal presidente regionale della Campania, di riaffermare che l’Italia è ancora una e indivisibile e la Campania non è il ducato di un signore di Ruvo del Monte, ristabilendo che in una repubblica ogni potere deve restare nel suo ambito senza sconfinare, pena la lacerazione della società e il sovvertimento dell’autorità statale.

Sono fiducioso che questo presidente del consiglio, per l’autorevolezza che lo caratterizza e per la cultura che lo anima, saprà farlo e attendo tranquillo il momento in cui il feudatario e i suoi vassalli saranno costretti a fare marcia indietro".