Se non si chiude il resto, non si chiude neanche la scuola

Intervento dell'avvocato Gino De Pietro

se non si chiude il resto non si chiude neanche la scuola
Benevento.  

Riceviamo e pubblichiamo un intervento dell'avvocato Gino De Pietro

*****

"In uno stato liberaldemocratico e regolato da una Costituzione, come il nostro, il primo dovere delle istituzioni pubbliche è restare nella propria sfera di competenza e, all’interno di quella, svolgere tutte le attività dovute secondo le leggi vigenti.

Inviterei il sindaco di Benevento e i componenti della giunta a occuparsi, ad esempio, dello spettacolo indecoroso che suscitano le macchine in seconda e terza fila per le strade principali della città, ad esempio il viale Mellusi, specie in corrispondenza dei negozi che espongono i saldi e delle farmacie. Mi permetto anche di sollecitare tempestivi interventi per la pulizia delle cunette, dell’ansa fluviale, delle zone alberate evitando che spazzatura, foglie e rami rendano ancora più ardua la già non facile vita quotidiana dei cittadini. Se poi venisse anche colmata qualche buca stradale e fatta la manutenzione dei marciapiedi, forse la città potrebbe aspirare in un prossimo futuro a risalire quantomeno di qualche posizione rispetto all’ottantaseiesimo posto che si è aggiudicato quest’anno dopo il primo mandato dell’attuale sindaco.

Se i rappresentanti del “governo” cittadino facessero qualche passo nella bolgia infernale che è diventata la zona che interessa piazza Piano di Corte, piazza Vari e zone circostanti e facesse cessare gli assembramenti illeciti che ivi e altrove si svolgono, utilizzando la polizia municipale ed intervenendo con gli adeguati controlli per il rispetto delle leggi e delle normative comunali, forse il benessere dei cittadini aumenterebbe e anche i contagi, di cui si occupano prevalentemente a fini “contabili”, diminuirebbero.

Da queste colonne mi sono chiesto e ho chiesto di conoscere pubblicamente quante sanzioni sono state comminate per la violazione degli obblighi relativi alle mascherine e del divieto di assembramenti, ma risposte non sono venute. Andrà a finire che qualcuno rivolgerà la questione alla Procura o al Prefetto suscitando, poi, i piagnistei del sindaco.

In sintesi, per le attività di sua competenza, l’amministrazione non appare un fulmine d’efficienza e di severità, per usare una litote, mentre, per quanto riguarda la chiusura delle scuole, attività non di sua competenza, è sempre pronta a straparlare.

La Campania, secondo la classificazione statale, è ancora in zona bianca. Con le modifiche normative sopravvenute nelle ultime settimane seppure dovesse passare in zona gialla non cambierebbe nulla sotto nessun profilo, ivi compreso il funzionamento delle scuole. Per numero di contagi e per occupazione di posti nelle terapie intensive e nei reparti ordinari la Campania è ben al di sotto della media nazionale e dei numeri di molte altre regioni dove le scuole sono restate aperte regolarmente. Benevento è la provincia coi dati migliori della regione.

Secondo i dati forniti da varie fonti i tre quarti dei ricoverati sono non vaccinati, per cui, se scorporassimo tale dato, l’Italia intera sarebbe anzora in zona bianca, salvo qualche focolaio isolato. Questo dimostra che la responsabilità per la recrudescenza nella circolazione del virus è di coloro che non si sono voluti vaccinare e delle forze politiche che li hanno blanditi e assecondati. Se si fossero disposte per tempo misure atte a rendere effettivamente obbligatoria la vaccinazione, si fosse anticipata la somministrazione delle terze dosi e si fosse aperta prima la campagna vaccinale per i minori, come da più parti si chiedeva, dati scientifici alla mano, la situazione non sarebbe quella attuale.

Il Governo, che aveva ben fatto fino a quel momento, non ha avuto la forza – non disponendo forse neanche della maggioranza – di andare nella giusta direzione, restando nel guado col risultato che oggi, proprio quelli che ne hanno ostacolato l’azione, ne criticano gli insuccessi. Una volta mancati questi obiettivi, una soluzione emergenziale sarebbe stato il lockdown dei non vaccinati, come fatto in Germania e Austria, decisamente dei paesi liberaldemocratici e non delle dittature odiose, ma neanche questo è stato possibile per la resistenza ottusa di quegli stessi che avevano impedito le misure adeguate prima e che sono sempre pronti a urlare per discoteche, rottamazione delle cartelle, piste da sci e altre esiziali questioni.

Diciamolo, allora: l’Italia è una repubblica fondata sulle discoteche, la rottamazione delle cartelle e le piste da sci, e cambiamo una buona volta questa polverosa vecchia Costituzione che nientedimeno parla di “lavoro”.

Credete voi, politici che ad ogni piè sospinto invocate la chiusura delle scuole e individui che non aspettate altro che la chiusura, che si possa lavorare domani se oggi non si studia? E che le persone normali, non raccomandate, non ricche di famiglia, non legate a carrozzoni, possano lavorare se loro o i loro figli non vanno a scuola?

Questo paese è, come accaduto spesso, pervaso da spinte e tendenze corporative. Un gruppo fortemente minoritario di presidi chiede di differire il rientro a scuola e di ricorrere alla dad, per consentire, a loro dire, di vaccinare i bambini. Non hanno parlato quando si trattava di prolungare l’anno scolastico, visto che si era stati in dad per mesi; non hanno fiatato quando sono stati pubblicati i vergognosi dati Invalsi, né quando pediatri e psicologi lanciavano l’allarme per i danni causati ai ragazzi; hanno taciuto il fatto che la dad opera spesso ad orari ridotti e non raggiunge che una parte degli studenti. Parlano ora, e solo per invocare chiusure. Mi chiedo se la penserebbero allo stesso modo se lo Stato li mettesse, come accade agli altri lavoratori, in cassa integrazione!

C’è un’unica maniera per uscire da questa situazione: imporre l’obbligo di super green pass per andare a scuola alle categorie vaccinabili. E’ dimostrato da schiaccianti evidenze che chi è vaccinato, anche se si contagia, non corre veri rischi, ma prende un’affezione simile ad un’influenza, cui tutti siamo adusi. Ogni altra ipotesi è solo un pannicello caldo che non serve a nulla.

La stragrande maggioranza di questo paese si è vaccinata e ha fatto vaccinare i propri figli. È giunto il momento, anzi era già da tempo, che il Governo e le forze politiche impongano all’esigua minoranza di riottosi e di pavidi, infarcita di ignoranti ottusi, ciò che è bene per il paese, sia per la stragrande maggioranza vaccinata che per loro stessi.

Nel frattempo, se non si chiude nulla, non si deve chiudere neanche la scuola, altrimenti saremmo agli occhi di tutto il mondo il paese di Pulcinella!

Se accade, significa davvero che è cambiata la “ragione sociale” del paese; non più il lavoro, ma lo sci, i saldi e le feste in piazza vanno messi in Costituzione".