Quattro lettere, poi volo nel vuoto: non cala il sipario su morte di una 56enne

La tragedia di Airola nel 2016 in una casa di cura. L'indagine prosegue per acquisire verbale Nas

quattro lettere poi volo nel vuoto non cala il sipario su morte di una 56enne
Benevento.  

Altri tre mesi di attività investigativa: un lasso di tempo che dovrà servire alla Procura per acquisire un verbale. E' quello redatto dai carabinieri del Nas il 15 luglio del 2016, di cui le parti offese hanno sollecitato l'ottenimento in quattro occasioni: l'ultima due settimane fa, nel corso della camera di consiglio fissata dinanzi al gip Pietro Vinetti, che ha dunque respinto la proposta di archiviare, avanzata dal Pm, l'indagine a carico di quattro persone tirate in ballo, a vario titolo, per la morte di una 56enne di Cervinara che il 27 gennaio del 2016 l'aveva fatta finita lanciandosi dalla finestra della stanza al secondo piano di una casa di cura per non autosufficienti ad Airola.

Si tratta dell'amministratore, di un dipendente e due medici della struttura – sono difesi dagli avvocati Marcello D'Auria e Vittorio Fucci-, per i quali è stata prospettata l'ipotesi di omicidio colposo, perchè non avrebbero adottato le misure preventive, anche sul versante terapeutico, contro ciò che era accaduto.

Una tragedia terribile: prima di compiere il drammatico gesto, lanciandosi nel vuoto, la donna, affetta da problemi psichiatrici, aveva scritto quattro lettere che i carabinieri avevano rinvenuto nell'armadio a sua disposizione. Per lei era stato inutile ogni soccorso, fatale l'impatto con il suolo.

L'autopsia era stata eseguita dal medico legale Monica Fonzo, i familiari della malcapitata, assistiti dagli avvocati Matteo De Longis, Andrea De Longis, Francesco Altieri e Luigi Guarino, avevano indicato come loro consulente la dottoressa Elena Piciocchi.

Da qui un'inchiesta scandita da più richieste di archiviazione alle quali si sono sempre opposti i congiunti della vittima ed i loro legali, che hanno richiamato la necessità di avere a disposizione i verbali del Nas, che nel marzo del 2016 avevano disposto, per presunte carenze, la chiusura della casa di cura, poi riaperta dopo qualche mese ed alcuni interventi, tra i quali quelli relativi alla protezione delle finestre.