L'inchiesta è quella del sostituto procuratore Assunta Tillo sull'inquinamento dei fiumi. Si è chiusa a luglio – ventiquattro gli indagati – e pochi giorni fa è stata scandita dall'annullamento, deciso dal Riesame, del maxi sequestro per 78 milioni di euro a carico della Gesesa.
Un'inchiesta dalla quale è gemmato un ulteriore troncone, relativo a fatti del 2018, che ha chiamato in causa, alcune come destinatarie di un invito a rendere interrogatorio a febbraio, altre nove persone: Piero Ferrari, fino al gennaio 2019 amministratore delegato di Gesesa, Giovanni Colucci, commissario straordinario dell'Ato Calore-Irpino e dall'ottobre del 2018 commissario liquidatore dello stesso, Oreste Montano, ingegnere, Mario Pasquariello, assessore comunale ai Lavori pubblici, Maurizio Perlingieri, dirigente del settore di Palazzo Mosti, e Giovanni Quarantiello, all'epoca capogruppo in consiglio di una delle liste a supporto del sindaco Mastella, primo firmatario di un emendamento, sottoscritto anche da altri rappresentanti dell'assise.
Per tutti una ipotesi di concorso in abuso d'ufficio, prospettata in relazione ad una delibera del 2018 – Pasquariello l'aveva proposta alla giunta che l'aveva approvata, al pari del Consiglio – sull'individuazione della Gesesa come gestore del Scrvizio idrico integrato. Un'iniziativa ritenuta illegittima dagli inquirenti, secondo i quali l'affidamento sarebbe dovuto andare solo a società interamente pubbliche. Una scelta, quella dell'Ente pubblico, che avrebbe consentito a Gesesa di ottenere l'incarico per la progettazione, andato invece, su decisione dell'Ato, ad uno studio tecnico abruzzese.
All'elenco si aggiungono poi Pasquale Schiavo, responsabile servizo manutenzione della Gesesa, Giovanni Tretola, capo tecnico della società, Giovanni Moriello, geologo.
Per Moriello e Schiavo, in concorso con Montano e Ferrari, una ipotesi di abuso d'ufficio, per Tretola, in concorso con Ferrari, Montano e Schiavo, una ipotesi di falso in relazione, al pari della precedente, allo studio di prefattibilità tecnica ed economica del sistema depurativo di Benevento.
Gli indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Sergio Rando, Marcello D'Auria, Vincenzo Regardi e Luigi Bocchino.
“Riferirò al magistrato quanto è a mia conoscenza, convinto di poter dimostrare la mia totale estraneità ad ogni addebito”, commenta Mario Pasquariello.