Ingegnere, dacci quel capannone e siamo pari e patta con il prestito: assolti

Il fatto non sussiste per quattro persone accusate, a vario titolo, di usura ed estorsione

ingegnere dacci quel capannone e siamo pari e patta con il prestito assolti
Benevento.  

Cinque anni e mezzo fa il rinvio a giudizio, oggi pomeriggio la sentenza del Tribunale. Assolte, perchè il fatto non sussiste, le quattro persone coinvolte in un'indagine, per usura ed estorsione, a vario titolo, condotta dei carabinieri della Stazione di San Giorgio del Sannio.

Si tratta di Vincenzo Giallonardo, 77 anni, Elvira Papa, 34 anni, Angelo Papa junior, 32 anni, e Rosalba Amatiello, 54 anni, tutti della città, difesi dall'avvocato Antonio Leone e dall'avvocato Cecilia Del Grosso (per Giallonardo). L'inchiesta, supportata da intercettazioni telefoniche, ruotava attorno alle richieste di cui sarebbe rimasto vittima un ingegnere di Benevento (è stato assistito dall'avvocato Ernesto Ruggiano) al quale, da agosto a dicembre 2009, sarebbero stati dati 103mila euro, a fronte dei quali – sosteneva la Procura, che aveva chiesto 6 anni per Giallonardo e i due Papa, e 3 anni e 4 mesi per Amatiello – , Giallonardo e i due Papa si sarebbero fatti promettere “la dazione, a tacitazione del dovuto, di un capannone del valore di circa 354mila euro”.

Un immobile, a detta degli inquirenti, di valore superiore al dovuto, con la moglie del professionista che si era opposta alla procura a vendere che lui avrebbe dovuto sottoscrivere in favore di uno degli imputati. L'accusa di estorsione era contestata al solo Giallonardo e riguardava le minacce di cui l'ingegnere sarebbe stato destinatario quando la coniuge aveva detto no alla stessa procura a vendere.

CaI due Papa e Amatiello erano invece chiamati in causa per un ulteriore capitolo, sempre per usura, dell'indagine. Era relativo ad una persona di Sant'Angelo a Cupolo dalla quale, a fronte del prestito di piccole somme nel 2010, si sarebbero fatti promettere e consegnare prodotti alimentari di valore considerato sproporzionato rispetto alle cifre sborsate.