Maxi sequestro di beni della Gesesa, attesa per la decisione del Riesame

Questa mattina la discussione del ricorso contro il provvedimento

maxi sequestro di beni della gesesa attesa per la decisione del riesame
Benevento.  

AGGIORNAMENTO 21 DICEMBRE

Discusso questa mattina dinanzi al Tribunale del riesame il ricorso degli avvocati Riccardo Olivo e Mariacarla Pagnotta contro il sequestro di beni per oltre 78 milioni di euro operato a carico della Gesesa. Attesa per la decisione del collegio.

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Sarà discusso il 21 dicembre, dinanzi al Riesame, il ricorso contro il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, di denaro, beni mobili e immobili per un ammontare di oltre 78 milioni di euro a carico della Gesesa, la società che gestisce attualmente il Servizio Idrico Integrato, o suoi segmenti, in molti Comuni di competenza dell’Ato 1 Campania.

Il provvedimento, eseguito da carabinieri e finanza, era stato adottato nell'inchiesta del sostituto procuratore Assunta Tillo, che si è chiusa a luglio con la chiamata in causa di ventiquattro persone, sull'inquinamento dei fiumi che era rimbalzata all'attenzione dell'opinione pubblica nel maggio de 2020, quando erano stati sequestrati dodici depuratori tra Benevento – Ponte delle Tavole, Capodimonte e Pontecorvo – Telese Terme (2), Frasso Telesino, Melizzano, Forchia, Castelpoto, Morcone, Ponte e Sant'Agata dei Goti .

Nel mirino degli inquirenti, amministratori, dirigenti e tecnici comunali, amministratori, dirigenti e dipendenti della Gesesa, titolari e operai di società, titolari e addetti di laboratori di analisi, tecnici Arpac

Le accuse contestate a vario titolo: inquinamento ambientale, frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata, gestione illecita di rifiuti, scarichi di acque reflue senza autorizzazione, abuso d’ufficio e falsità ideologico. Attenzione puntata sulla gestione operativa degli impianti da parte delle Gesesa, sugli esami effettuati sui campioni delle acque di scarico, ritenuti solo “documentalmente conformi” ai parametri di legge”. Una situazione che avrebbe provocato il peggioramento dello stato di salute dei corsi d'acqua.

Il sequestro era scattato “per l'illecito amministrativo di cui agli articoli 24 (in relazione all'articolo 640 secondo comma c.p.) e 25 undecies (in relazione ai reati ambientali p. e p. dagli artt. 452 bis c.p., 137, 256 e 258 del D. Lgs. 152/2006) D. Lgs. n. 231/2001, commessi in Benevento negli anni 2017, 2018, 2019, per non avere adottato ed efficientemente attuato modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire i reati contestati, commessi per conto, nell’interesse e a vantaggio della società dai suoi amministratori e da dipendenti che rivestivano, all’epoca dei fatti, funzioni di direzione o vigilanza all’interno dell’ente”.