Lavori discarica Puglianello, annullata l'ordinanza per i cinque indagati

La decisione del Riesame. 'Saltano' le misure interdittive, truffa e falso le ipotesi di reato

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Puglianello.  

Annullata dal Riesame l'ordinanza con la quale ad ottobre il gip Gelsomina Palmieri aveva disposto una misura interdittiva per le cinque persone coinvolte nell'inchiesta del sostituto procuratore Francesco Sansobrino e dei carabinieri forestali su una presunta truffa sui lavori di bonifica e messa in sicurezza permanente della ex discarica comunale Rsu alla località Marrucaro di Puglianello, finanziati con fondi della Regione Campania di derivazione europea.

Nessuna misura più, dunque, per Domenico Giacomo Battaglino (avvocato Angelo Leone), 59 anni, dipendente comunale e direttore dei lavori – per lui la sospensione per 12 mesi dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio-; Umberto D'Amelio, 73 anni, Francesco Martello, 56 anni, di Napoli, Guido Crispo, 49 anni, di Acerra- il primo è amministratore unico dell'impresa che ha effettuato l'intervento, il secondo il direttore tecnico e di cantiere della stessa azienda, mentre l'ultimo è amministratore di una società che si è occupata del trasporto di rifiuti – e Italo Santangelo, 31 anni, capo cantiere dell'impresa esecutrice, difesi dagli avvocati Filippo Liguori, Alfonso Quarto e Mancino.

Per i primi tre il divieto temporaneo per 12 mesi di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare l’attività professionale e di imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, per Santangelo il divieto temporaneo per 12 mesi di esercitare l’attività professionale e di imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.

Truffa e aggravata e falso ideologico in atto pubblico le ipotesi di reato a vario titolo contestate. Nel mirino degli inquirenti un presunto “complesso meccanismo artificioso per far figurare falsamente in atti pubblici l’escavazione, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti interrati in discarica per un quantitativo nettamente superiore rispetto alla reale consistenza in sito, e comunque rispetto a quelli effettivamente scavati, trasportati e conferiti in impianto”. In tal modo, “negli stati di avanzamento dei lavori veniva poi rappresentata, con riferimento all’estrazione e allo smaltimento dei rifiuti, una maggiore quantità rispetto a quella effettivamente conferita nei vari impianti di destinazione, così ottenendo indebitamente i relativi oneri di smaltimento, retribuiti in base a quanto attestato”.