Appalto Autostrade: un indagato non risponde al Gip, l'altro sì

Scelte diverse per Rillo e Venturi. Slittano a giovedì gli interrogatori di Bargone e e Voci

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Benevento.  

di Alessandro Fallarino

Una si è avvalsa della facoltà di non rispondere, l'altra no. Mentre per le ultime due l'appuntamento, a causa di un loro impedimento, è slittato a giovedì. E' il bilancio degli interrogatori di questa mattina delle quattro persone finite agli arresti domiciliari nell'inchiesta del sostituto procuratore Francesco Sansobrino e della guardia di finanza su un appalto di Autostrade. Le ipotesi di reato a vario titolo: corruzione aggravata, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.

Dinanzi al gip Pietro Vinetti, che ha firmato le ordinanze, è rimasto in silenzio l'imprenditore Fulvio Rillo (avvocato Sergio Rando), 57 anni, di Ponte, mentre ha respinto ogni addebito, fornendo una serie di precisazioni, Gian Paolo Venturi (avvocati Aldo Meyer e Luigi Stortoni), 66 anni, di Argenta ( Ferrara), ex dirigente di Coopcostruzioni.

Giovedì sarà invece la volta di Antonio Bargone (avvocati Marcello D'Auria e Claudio Marchiolo), 74 anni, di Brindisi, presidente del Cda di Sat, e Vincenzo Voci (avvocato Gianrico Ranaldi), 45 anni, di Catanzaro, contract – manager di Aspi. Nel mirino degli inquirenti è finita la gara d'appalto per le tratte autostradali della DT6 di Cassino - Lotto 7 - per un valore di 76milioni e 500 mila euro (luogo di esecuzione Puglia, Campania, Lazio), per la quale sarebbe stata promessa una presunta tangente di 360mila euro – lo 0,5% dell'importo complessivo- di cui sarebbe stata pagata subito una prima tranche da 60mila euro.