Accendino, cuoricini, bigliettini dei baci Perugina: mamma e figlia perseguitate

Stalking e danneggiamento le accuse a carico di un 27enne. Udienza Gup ad ottobre

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Benevento.  

Lui non c'era perchè non ne era stato disposto il trasferimento dal carcere di Matera nel quale è detenuto, l'udienza preliminare a suo carico è stata rinviata al 22 ottobre e dinanzi al gup Pietro Vinetti. Stalking ai danni di una mamma e di una figlia, di Benevento – sono rappresentate dall'avvocato Ernesto Ruggiano -, e danneggiamento: sono le accuse per le quali il sostituto procuratore Maria Colucci ha chiesto il rinvio a giudizio di Cristofor Russo (avvocato Fabio Russo), 27 anni, origini romene ma residente in Basilicata.

Si tratta di addebiti contenuti nell'ordinanza con la quale il gip Maria Di Carlo, nel novembre del 2020, gli aveva applicato il divieto di dimora nel Sannio per le condotte persecutorie che avrebbe mantenuto nei confronti delle parti offese, al centro di un'attività investigativa avviata dai carabinieri dopo la denuncia presentata da una donna lo scorso 22 agosto: aveva rinvenuto la sua auto con la sigla 'K6x2' incisa nella carrozzeria.

Una sigla riportata anche su un involucro di carta, contenente uno slip, infilato, con una pallina di plastica, nel foro del gancio traino, rotto per l'occasione, del veicolo. Sotto il tergilunotto posteriore, inoltre, era stato posizionato un accendino con la scritta 'K6' ed un cuoricino. La stessa scritta era presente, poi, su un adesivo incollato su un tubo dell'acqua e una pallina incastrata tra la conduttura ed il muro, nei pressi del Comando provinciale della guardia di finanza.

In altre occasioni, invece, la malcapitata aveva scoperto una rosa sul parabrezza della macchina e una penna con un bigliettino dei baci Perugina, mentre la figlia sarebbe stata seguita mentre passeggiava. Una situazione che aveva inevitabilmente creato ansia e paura, nel mirino di un'inchiesta supportata dalle immagini riprese dalle telecamere della Finanza, che avrebbero immortalato il 26enne mentre sistemava la pallina.

Nel suo telefonino inoltre erano presenti le foto di alcuni degli oggetti lasciati e anche quella del tubo dell'acqua nelle vicinanze delle fiamme gialle. Da qui il provvedimento che gli era stato notificato mentre era nella casa circondariale di contrada Capodimonte per un furto. Comparso dinanzi al giudice, Russo aveva escluso di conoscere le due parti offese.

Tornato in libertà, aveva dovuto lasciare la nostra provincia ed era tornato a Matera, dovrebbe avrebbe tormentato la sorella che l'aveva ospitato, offendendola con espressioni pesantissime e facendola precipitare in una condizione di paura per la sua incolumità.

“Ti devo prendere a pistolate, te ne devi andare perchè la casa non è tua, devi sempre stare in ansia che ti distruggerò, che ti manderò in manicomio”, le avrebbe ripetuto per mesi. Lo scorso 24 luglio, poi, evidentemente infastidito dal suono di un video che la malcapitata stava vedendo, sarebbe entrato nella sua stanza ed avrebbe inveito nei suoi confronti:  “Mi hai rotto, ti devo cacciare,, se non te ne vai ti ammazzo". Poi, dopo aver rotto il vetro di una porta, il riferimento “agli amici di Benevento, così capirai come ti devi comportare...”. Comportamenti per i quali era stato arrestato ed era finito in carcere nel capoluogo lucano.