Mastella, Benevento, il paesone e la città viva

Le parole del sindaco uscente

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Benevento.  

E' la frase che sta facendo discutere tutti. L'ha pronunciata il sindaco uscente Clemente Mastella, secondo il quale Benevento era un “paesone” che solo lui è riuscito a trasformare in una città viva -qualcuno, nel consueto slancio propagandistico, ha addirittura scritto Benevento capitale-. Un augurio, che non può far passare in secondo piano un dato: di capitale, in questi anni, si può parlare solo in riferimento alla perdita di quello umano, che ha via via spopolato la nostra terra. Non credo che le parole di Mastella, al centro delle repliche velenose dei concorrenti, siano state particolarmente felici.

La sensazione è che restituiscano, inconsciamente, i segni di un virus, quello del provincialismo, che da sempre ha attecchito nel nostro territorio. Come se una città avesse bisogno soltanto, per guadagnare visibilità mediatica, di un primo cittadino in grado di essere invitato ai cosiddetti talk show, peraltro a discutere quasi sempre di argomenti di livello nazionale. Certo che una città ha necessità di una figura autorevole ed in grado di governare, ma indipendentemente dalla frequentazione dei salotti televisivi e dalla possibilità di poter comporre il numero del presidente del consiglio Mario Draghi, sentendosi rispondere.

Non so se Mastella sarà nuovamente alla guida di Palazzo Mosti o se sarà scalzato da Luigi Diego Perifano, Angelo Moretti e Rosetta De Stasio: nel caso contrario, mi permetto di suggerirgli di mettere a disposizione del suo successore quel recapito tanto importante. Per dimostrare, se ce ne fosse bisogno, che la mentalità “paesana” è quanto di più lontano dal suo modo di essere.