E' in programma il 4 novembre, dinanzi al gup Maria Di Carlo, l'udienza preliminare a carico di Angelo Iannotta, 49 anni, di Sant’Agata de’ Goti, un appuntato dei carabinieri in servizio fuori provincia, del quale il sostituto procuratore Francesco Sansobrino ha chiesto il rinvio a giudizio.
Difeso dagli avvocati Antonio Mirra e Giuseppe Stellato, il militare è accusato di essere il responsabile dell'esplosione dell'ordigno che la notte di Capodanno del 2019, nella cittadina saticulana, aveva provocato gravi lesioni ad Antonietta, una 36enne che con il compagno stava festeggiando con altre persone l'arrivo del nuovo anno nella tendostruttura allestita in piazza Trieste.
La malcapitata era stata colpita da una scheggia al torace e ad un polmone: soccorsa e trasportata all'ospedale Rummo, era stata sottoposta ad un intervento chirurgico d'urgenza. Le sue condizioni, inizialmente gravi, erano poi migliorate, per fortuna. Restano le conseguenze, anche di natura psicologica.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, era stata centrata da un frammento di una bomba carta che, innescata all'esterno della struttura, ad una distanza di circa 8 metri e mezzo, aveva bucato il tendone in più punti e ferito la poverina – è rappresentata dall'avvocato Carlo Fucci -, che si trovava due metri e mezzo più in là.
Enorme l'eco suscitata dall'episodio, immediato l'avvio di una inchiesta che, supportata dall'analisi delle immagini registrate da una telecamera e dall'escussione di alcuni testimoni, dopo due settimane era sfociata in una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari firmata dal gip Loredana Camerlengo.
Comparso dinanzi al giudice per l'interrogatorio di garanzia, Iannotta si era avvalso della facoltà di non rispondere. Il provvedimento a suo carico era però stato annullato dal Riesame, che aveva accolto le argomentazioni difensive sull'insussistenza delle esigenze cautelari, del pericolo di reiterazione del reato. Ritorno in libertà, dunque, per il carabiniere, la cui posizione sarà ora vagliata nel corso dell'udienza preliminare. Quando riecheggeranno i termini di quel dramma sfiorato, di un gesto compiuto, sostiene il Pm, “per futili motivi, per finalità ludica, per incutere timore negli astanti”, con “violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione”.