Se non l'avete già fatto, ed avete voglia e tempo, vi consiglio di dare un'occhiata, ora che il quadro si è finalmente delineato, alle venti liste per le elezioni comunali di Benevento. Dieci supportano il sindaco uscente Clemente Mastella, cinque Luigi Diego Perifano, tre Angelo Moretti e due Rosetta De Stasio, gli sfidanti che puntano a scalzarlo.
Seicento aspiranti– un record- ad un posto a Palazzo Mosti: un candidato ogni settanta aventi diritto al voto. Tanti volti sono più o meno conosciuti, la stragrande maggioranza no, almeno rispetto a precedenti rimbalzi mediatici, il che non predispone, sia chiaro, a prognosi negative.
Perchè, proporsi in continuazione all'opinione pubblica attraverso i mass media, non significa avere consenso. Quest'ultimo risponde a logiche del tutto particolari, segue percorsi molto spesso tortuosi che tutti dovranno battere alla ricerca della promessa di un sì che eviti almeno la brutta figura.
Ora che i termini di presentazione delle formazioni si sono definitivamente chiusi, e che tra un mese le urne restituiranno i loro risultati, c'è un dato che non va sottovalutato. Ammesso che ci avessi pensato anche solo un attimo, il mio nome non figura tra quello dei concorrenti: circostanza assolutamente tranquillizzante per la comunità.
Non ho parentele da esibire e ricordare (figlio di, marito di, padre di, suocero di...), nessuna frequentazione partitica e, soprattutto, neanche uno straccio di idea. Anzi, ce ne sarebbe una da proporre, ma non è il caso (absit iniuria verbis).
In attesa di sviluppi che non vanno mai esclusi, mi limito a dar di gomito al mio compagno di ventura nella lettura dei membri delle falangi le une contro le altre armate. Hai visto chi c'è anche?' Ma con che faccia tosta con quale e coraggio? Ma tizio non stava con caio, e ora è passato dall'altra parte senza minimamente preoccuparsi?
Embè, si starà domandando a questo punto chi ha avuto la forza di resistere fin qui alle mie elucubrazioni. Ha ragione: sono quisquilie, in fondo si tratta soltanto di un appuntamento locale in cui tutto o quasi è permesso. Giravolte, capriole e tuffi carpiati con avvitamento fanno parte di un menù che puntualmente vieneservito in queste occasioni, e non solo.
Tant'è, il 'tengo famiglia' tiene sempre botta, 'mascherato' con forme di sdegnato parasnobismo che puzzano di comodo conformismo, o di moralismo che attende solo l'esercizio del governo per mostrare quanto sia finto.
Certo che non mancano, ovviamente, tante eccezioni, ancorate soprattutto ad un approdo politico-ideologico che non si nasconde soltanto dietro implicazioni segnate dal civismo. Impostazioni diverse che dovranno tutte misurarsi, però, se la sorte arridesse loro, con la complicata arte dell'assunzione di responsabilità nella gestione degli interessi collettivi.
Nel frattempo, continueremo ad ascoltare di tutto e di più. Venghino signori, venghino: la fiera della vanità è ufficialmente aperta.