L'implicazione più inquietante e preoccupante, quella che rimandava ad un gesto compiuto con finalità estorsive, che pure era stata inizialmente prospettata, sembra essere stata accantonata. Lasciando spazio, nella definizione del movente che sottende i colpi di pistola sparati dinanzi ad un'abitazione in un centro della Valle telesina, all'ipotesi di una intimidazione scatenata dalla vendetta.
Nel mirino dei carabinieri è finito un 36enne già noto alle forze dell'ordine, che sarebbe stato l'esecutore di un 'avvertimento' che sarebbe stato ideato da un marito geloso. Che in questo modo avrebbe inteso spaventare colui che ai suoi occhi sarebbe stato responsabile di essere entrato in contatto con la moglie.
Se si tratti di una pista fondata, o se esistano altre motivazioni, lo stabiliranno le indagini, scandite, al momento, dalla denuncia del presunto autore dell'atto, al quale sono stati contestati gli addebiti di minaccia aggravata, spari in luogo pubblico e detenzione illegale di arma.
Difeso dall'avvocato Antonio Leone, l'uomo era stato destinatario di una perquisizione sia dell'auto, sia dell'abitazione, alla ricerca di elementi utili a suffragare l'ipotesi avanzata. Una 'visita' conclusa con il rinvenimento di un telefonino, sequestrato al pari di una cartuccia esplosa calibro 6.35 e di un bossolo inesploso che erano stati invece repertati nella zona dell'attentato.
In attesa di possibili evoluzioni dell'attività degli inquirenti, resta l'allarme che l'accaduto aveva inevitabilmente generato, soprattutto immaginando una recrudescenza del fenomeno criminoso che va sotto il nome di racket, che da sempre tormenta la nostra provincia. Stavolta, per fortuna, non sembra sia andata così.