Erano 43 cani, ma uno di loro è nel frattempo morto. E, a differenza degli altri – tutti erano stati trasferiti in un centro in provincia -, non potrà tornare dal suo proprietario dopo l'annullamento del sequestro, deciso dal Riesame, del sequestro operato un mese fa a San Marco dei Cavoti. Quando, come si ricorderà, il provvedimento aveva interessato gli animali, i box che li ospitavano ed il terreno sul quale erano stati installati. "Ricoveri precari in lamiera, privi di pavimentazione ed a contatto diretto con il terreno", li avevano definiti i carabinieri e l'Asl dopo la visita fatta ad una coppia di Pesco Sannita- entrambi ultraquarantenni, sono difesi dall'avvocato Fabio Russo-ipotizzando la non regolarità del canile, ritenuto dunque abusivo, ed anche il maltrattamento degli animali.
I sigilli erano stati apposti anche al fondo perchè sarebbero stati rinvenuti rifiuti ritenuti speciali: in particolare, "scarti provenienti da macellazione bovina". Inoltre era stata individuata un’area a diretto contatto con il terreno sulla quale erano "stati sistematicamente bruciati e depositati rifiuti di vario genere, con conseguente inquinamento ambientale".