Avrebbe continuato ad esercitare la professione nonostante fosse consapevole di essere positivo al Covid, ed in questo modo avrebbe diffuso il virus. Una condotta riassunta nell'ipotesi di reato di epidemia colposa contestata ad un 70enne medico di Telese Terme, al quale i carabinieri hanno sequestrato due studi.
Lo hanno fatto sulla scorta di un decreto di sequestro preventivo d'urgenza ( e di perquisizione) firmato dal Procuratore Aldo Policastro e dal sostituto Patrizia Filomena Rosa in una inchiesta nata nel 2020, ma che si è concentrata, in particolare, su quanto sarebbe accaduto dallo scorso maggio a Telese e Paupisi, dove il professionista opera.
Nel mirino degli inquirenti è finito il comportamento del sanitario, di cui i militari hanno acquisito, il 10 giugno, il referto relativo ad un test sierologico qualitativo e quantitativo al quale il 70enne si era sottoposto. Un esame dal quale sarebbero emerse la probabile infezione da Covid 19 in corso e una verosimile contagiosità, per le quali sarebbero stati consigliati la quarantena ed un tampone orofaringeo.
Una situazione rispetto alla quale, sostiene la Procura, il medico avrebbe proseguito la sua attività, vistando e ricevendo i pazienti, violando anche le norme previste dall'emergenza sanitaria.
Da qui, supportata anche dalle conclusioni di un consulente del Pm, la decisione di un decreto d'urgenza, adottato sul presupposto del grave pericolo per la salute pubblica, legato alla verosimile diffusione del Coronavirus tra le persone entrate in contato con il medico.
Il sequestro dello studio ha avuto, inevitabilmente, conseguenze per i tanti assistiti dall'indagato – ha nominato come difensore l'avvocato Marcello D'Auria -, ai quali l'Asl - Distretto di Telese -ha fornito l'elenco, affisso a cura dei Comuni interessati all'esterno dei due studi ai quali sono stati apposti i sigilli, di altri quattordici sanitari di base, ai quali potranno rivolgersi "fino a nuove disposizioni".
LA POSIZIONE DELL'ORDINE DEI MEDICI
In serata la presa di posizione dell'Ordine dei medici: “Come Ordine dei Medici e degli Odontoiatri - dichiara il presidente Giovanni Pietro Ianniello - non abbiamo informazioni dirette sulla vicenda. Quale Ente sussidiario dello Stato, confermiamo la nostra più ampia disponibilità a collaborare con la Magistratura e l’ASL, pronti ad intervenire, laddove fosse accertata una condotta contraria al nostro Codice Deontologico, che pone al primo posto la salvaguardia del diritto alla salute della persona”.