Hanno sequestrato tutto: il terreno, una quarantina di cani di varie razze ed i box dei quali sono ospiti: "ricoveri precari in lamiera, privi di pavimentazione ed a contatto diretto con il terreno". E' accaduto a San Marco dei Cavoti, dove i carabinieri della locale Stazione, supportati dai veterinari dell'Asl, hanno fatto visita ad una coppia di Pesco Sannita- entrambi ultraquarantenni, sono difesi dall'avvocato Fabio Russo-ipotizzando la non regolarità del canile, ritenuto dunque abusivo, ed anche il maltrattamento degli animali.
I sigillli sono stati apposti anche al fondo perchè sarebbero stati rinvenuti rifiuti ritenuti speciali: in particolare, "scarti provenienti da macellazione bovina". Inoltre è stata individuata un’area a diretto contatto con il terreno sulla quale erano "stati sistematicamente bruciati e depositati rifiuti di vario genere, con conseguente inquinamento ambientale".
Si tratta di una storia che richiama quella registrata alcuni anni fa a Pietrelcina, finita al centro di un processo che nel novembre dello scorso anno si era concluso con l'assoluzione, perchè il fatto non sussiste, di due persone, una delle quali è la donna chiamata in causa dal blitz di ieri sera a San Marco.
In quella occasione, come si ricorderà, erano stati portati via trentotto cani adulti, tredici cuccioli, ventidue gatti ed un porcellino d'india. Stavolta, invece, gli animali, "in precarie condizioni igienico-sanitarie e legati con delle catene corte",.sono stati affidati ai due coniugi dopo essere stati microcippati.