Delitto Matarazzo, un poliziotto curerà perizia sulla pistola

La decisione della Corte: si tratta del commissario Rizza, in servizio alla Scientifica di Ancona

delitto matarazzo un poliziotto curera perizia sulla pistola

Sospesi fino alla sentenza i termini di custodia cautelare per Massaro e Nasta, in carcere dal dicembre del 2018. Si torna in aula il 14 luglio

Benevento.  

Sarà il commissario di polizia Gaetano Rizza, in servizio presso la Scientifica della Questura di Ancona, ad eseguire la perizia sulla pistola che sarebbe stata usata per l'omicidio di Giuseppe Matarazzo, il 45enne pastore di Frasso Telesino ammazzato a colpi di pistola la sera del 19 luglio del 2018 dinanzi alla sua abitazione alla contrada Selva.

Questa mattina la Corte di assise gli ha affidato l'incarico di un lavoro che dovrà comparare i proiettili repertati – uno era stato rinvenuto nel sedile della Golf della vittima, l'altro conficcato in una fioriera- e la 357 magnum detenuta legalmente, e custodita in una cassaforte, da Giuseppe Massaro (avvocati Angelo Leone e Mario Palmieri), 57 anni, di Sant'Agata dei Goti, e altri proiettili di calibro diverso ritrovati nella sua abitazione.

Massaro è accusato di aver fornito l'arma e la macchina: una Croma che avrebbe guidato Generoso Nasta (avvocati Orlando Sgambati e Angelo Raucci) , 32 anni, di San Felice a Cancello, per i quali il pm Francesco Sansobrino ha chiesto l'ergastolo.

Il perito potrà visionare anche le due consulenze già agli atti: una reca la firma di Giuseppe Cristofaro, per il Pm, l'altra di Alberto Panza, consulente della difesa di Massaro. Opposte le valutazioni alle quali sono giunti, da qui la decisione di procedere ad una perizia che dovrebbe dirimere ogni dubbio.

Cinquanta i giorni a disposizione di Rizza per depositare le sue conclusioni, il 13 maggio il via alle operazioni, alle quali prenderanno parte anche gli stessi Cristofaro e Panza - a lui si è aggiunto Felice Nunziata- e Franco Capaldo, indicato dagli avvocati Antonio Leone e Tullio Tartaglia, legali dei familiari della vittima, parti civili.

Si torna in aula il 14 luglio, nel frattempo la Corte ha sospeso fino alla sentenza di primo grado, per evitare il rischio decadenza, i termini di custodia cautelare per i due imputati, in carcere dal 28 dicembre del 2018, quando erano stati arrestati dai carabinieri.