Un bimbo di 3 anni, Claudio morì a 38 anni: medici a giudizio

Nel luglio 2018 il decesso dell'operaio di Colle Sannita. A gennaio il processo per due sanitari

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Benevento.  

Rinviati a giudizio dal gup Gelsomina Palmieri, in linea con la richiesta della Procura, due medici dell0spedale Rummo coinvolti a vario titolo, per presunti profili di colpa, nell'inchiesta sulla morte di Claudio Giorgio Paolucci, 38 anni, di Colle Sannita, avvenuta il 29 luglio del 2018.

Dovranno affrontare il processo, che partirà il 21 gennaio del prossimo anno, i dottori Gennaro Maurizio Buonanno (avvocato Benedetto De Maio) ed Eugenio D'Avenia (avvocato Luigi Tuccillo).

Sposato e padre di un bimbo di tre anni, Claudio – i suoi familiari, parti civili, sono rappresentati dall'avvocato Roberto Prozzo - era rimasto vittima l'11 luglio di un incidente in un cantiere edile: mentre stava lavorando per una ditta in un'abitazione alla contrada Cuffiano di Morcone, era caduto  da un'impalcatura. Un volo di tre metri, l'impatto con il suolo gli aveva provocato un trauma cranico e lesioni interne.

Ricoverato con codice rosso, era stato sottoposto ad un intervento d'urgenza di asportazione della milza, nel corso del quale – questa la ricostruzione dell'accusa – era stata effettuata anche una tracheotomia provvisoria, con un impianto della cannula che sarebbe stato errato, perchè l'incisione tracheale sarebbe stata “estremamente bassa, compresa tra il 7° l'8° anello tracheale, anziché tra il 2° ed il 3°”. Il 12 luglio, in presenza di un “peggioramento della ventilazione polmonare”, sarebbe stata praticata la sostituzione della cannula con un'altra “a gambo corto”.

Secondo gli inquirenti, solo il 25 luglio, sarebbe stato individuato “l'impianto basso, all'esito dell'intervento di verifica del posizionamento della cannula tracheale, e in quella occasione i due sanitari, nel rimuovere la cannula, avrebbero “lacerato la carotide comune destra”.

Una lacerazione “accidentale che, associata all'errato impianto della cannula”, avrebbe provocato una “insufficienza multiorganica da massiva necrosi dell'emisfero cerebrale destro”, ed avrebbe causato la morte di Claudio.

Il Pm aveva affidato ai dottori Lamberto Pianese e Osvaldo Micera l'incarico di procedere all'autopsia, alla quale avevano preso parte i dottori Fernando Panarese (per i congiunti del 38enne), Vincenzo Migliorelli, Teresa Suero, Luca Lepore e Giuseppe Villari, per il legale rappresentante dell'impresa in forma cooperativa, di San Marco dei Cavoti, per la quale il malcapitato lavorava, e i due medici.

La posizione dell'imprenditore era stata poi archiviata, a differenza di quelle di Buonanno e D'Avenia, oggi spediti a giudizio al termine di una udienza preliminare nel corso della quale l'avvocato Luigi Tuccillo ha esibito un tubicino di plastica, che nelle sue intenzioni doveva richiamare la trachea, dotato di cannula con il quale ha provato ad escludere ogni responsabilità del suo assistito.