Fingete dispiacere, sparlate: vi conosciamo, mascherine

Quanta ipocrisia

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Benevento.  

Generalizzare è sempre sbagliato, come far finta che determinati comportamenti non appartengano ad una larga fetta di una comunità. E' accaduto anche nei giorni scorsi dopo la pubblicazione della notizia di una indagine – non una sentenza- che ha chiamato in causa cinque commercialisti ed un avvocato, interdetti dall'esercizio delle loro professioni.

Persone molto conosciute in città e non solo, e anche stavolta tantissime reazioni sono state esattamente dello stesso segno di quelle registrate in circostanze analoghe. Una sorta di riflesso pavloviano: accanto all'indignazione a buon mercato, del tipo che non si nega davvero a nessuno, e al dispiacere, mimato, per quanti sono stati tirati in ballo, è infatti spuntata la consueta ipocrisia.

I volti si saranno anche rabbuiati, magari al cospetto di qualcuno con cui non si poteva certo mostrare soddisfazione per le disgrazie altrui, ma sarà stata una sensazione di pochissimi secondi, che ha poi lasciato spazio esclusivamente ad un mix di dietrologia, rancore e maldicenze. Da questo punto di vista, Benevento, come altre realtà dominate da un feroce provincialismo, sembra imbattibile.

I sentimenti che attraversano una consistente parte della sua opinione pubblica sono riassumibili nella considerazione, da un lato, che qualcosa dovranno per forza aver combinato, “quelli”, se sono rimasti invischiati nella maglie di una inchiesta e, dall'altro, nell'esibizione di presunte conoscenze pregresse, sulla scorta delle quali ci si avventura nel più classico ed insopportabile “possibile che non sapessi?” rivolto all'interlocutore, o nell'ineffabile “è stata scoperta l'acqua calda”.

Espressioni che si ripetono puntuali come (quasi) le stagioni e rimandano ad una cultura fondata sul retropensiero, sul non detto. Per loro c'è sempre qualcosa che, misteriosamente, resta nel limbo e non viene raccontata, e questo si spiega con la necessità che i fautori di cotanto pensiero hanno di gridare che loro certe cose non le hanno mai fatte e mai le faranno.

Salvo poi industriarsi quotidianamente per aggrapparsi sempre più alla rete del potere, a tutti i livelli, dalla quale affermano di essere lontani, e continuare a sparlare di coloro che ai loro occhi ne fanno già parte, e che vorrebbero sostituire.

In che modo? Magari gettando benzina sul fuoco di una misura interdittiva o cautelare, di un'attività investigativa, e non a viso scoperto, ma nascondendosi, praticando il chiacchiericcio malizioso e cattivo che serve ad inquinare il clima. Tutto inutile: vi conosciamo, mascherine.