Era felice sul suo ciclomotore, Francesco aveva solo 16 anni

Nel 2018 la morte del giovane di S. Bartolomeo in Galdo. A processo un 29enne

era felice sul suo ciclomotore francesco aveva solo 16 anni
Benevento.  

E' un dramma che i suoi genitori non potranno mai dimenticare: una ferita che resterà sempre aperta nei loro cuori, che provano a ricucire con l'impegno sociale, con uno sforzo di testimonianza che punta a rendere tutti più consapevoli della responsabilità che abbiamo verso noi stessi e verso gli altri quando ci troviamo alla guida di un veicolo.

Il loro Francesco non aveva ancora compiuto 16 anni quando il suo cuore aveva smesso di battere per sempre al Rummo, dove era ricoverato da una settimana. Era il 27 agosto del 2018, i medici non avevano potuto far nulla per strappare ad un terribile destino quel ragazzo di San Bartolomeo in Galdo.

Francesco Sepe è la vittima di un incidente stradale per il quale è a giudizio Massimiliano Corvelli, 29 anni, un suo compaesano. Ieri la prima udienza ed il rinvio a dicembre di un processo centrato su quanto era accaduto la sera del 20 agosto lungo via Variante, alle porte del paese, mentre il giovane era in sella ad un ciclomotore.

Difeso dagli avvocati Vincenzo D'Apolito e Nicola Palmiotti, Corvelli è stato tirato in ballo dalle indagini, supportate anche dalle immagini di alcune telecamere: secondo gli inquirenti, mentre percorreva al volante di un'Alfa 145 quel tratto di strada, “privo di illuminazione” e ad una “velocità superiore – non inferiore a 73 km/h- a quella massima consentita – 50 km/h”-, giunto in prossimità di una intersezione, avrebbe sorpassato tre autoveicoli, “andando ad impattare violentemente” con lo scooter Mbk Booster” condotto da Francesco, che lo precedeva nello stesso senso di marcia, “in fase di svolta a sinistra verso vico Sesto Cimitero vecchio”.

L'allora 26enne si era immediatamente fermato ed aveva dato l'allarme: soccorso, Francesco era stato trasportato in ospedale a Benevento, dove era stato sopraffatto dalle complicanze cerebrali e cardiorespiratorie del politraumatismo subito nello scontro.

Nel settembre del 2020 il gup Gelsomina Palmieri, così come proposto dal sostituto procuratore Maria Gabriella Di Lauro, aveva spedito a giudizio l'automobilista. In quella occasione, dopo aver espresso “l'assoluto rispetto per il dolore dei genitori”- sono assistiti dagli avvocati Giampaolo Benigni e Italo Benigni- , i legali dell'imputato si erano detti convinti di poter offrire nel corso del dibattimento, attraverso una propria consulenza, una dinamica dell'incidente diversa da quella prospettata dalla Procura.