Sei condanne e due assoluzioni sono state chieste dal pm d'udienza Licia Fabrizi al termine della requisitoria nel processo a carico delle otto persone coinvolte nell'inchiesta, diretta dal procuratore aggiunto Giovani Conzo e dal sostituto Nicoletta Giammarino, da alcuni anni a Napoli, e condotta dai carabinieri, su alcune gare d'appalto del Comune di Benevento che sarebbero state pilotate in cambio di presunte tangenti.
E' l'indagine rimbalzata all'onore delle cronache nel giugno del 2016, con l'attenzione dell'opinione pubblica catturata dalla presenza di un endoscopio che sarebbe stato adoperato, dopo essere stato infilato nelle buste, senza aprirle, per spiare le offerte delle ditte partecipanti.
Queste, in particolare, le richieste della pubblica accusa: 5 anni ad Angelo Collarile (avvocato Minca Del Grosso), 49 anni, nella cui villa, il 2 maggio del 2015, era stato rinvenuto in una busta l'endoscopio, oltre ad una microcamera, un registratore e alcuni taglierini, che a distanza di tredici giorni aveva sostenuto di aver ricevuto da Angelo Mancini (avvocato Vincenzo Regardi), 51 anni, di Benevento, ex coordinatore dei progetti del Piu Europa, che lo avrebbe usato, per il quale sono stati proposti 4 anni e 5 mesi. E ancora: 4 anni e 6 mesi a Fioravante Carapella (avvocato Nunzio Gagliotti), 59 anni, 4 anni e 3 mesi ad Antonio D'Addona (avvocati Vincenzo Fiume ed Antonello Aucelli), 57 anni, di Montecalvo Irpino, 4 anni a Guido Mastantuono (avvocato Alessio Lazazzera), 55 anni, di Montecalvo Irpino, e Pellegrino Parrella (avvocati Dario Vannetiello e Teodoro Reppucci), 59 anni, di Roccabascerana.
L'assoluzione è stata invece chiesta per Carmine Iannella (avvocato Roberto Prozzo), 56 anni, di Torrecuso, e Giuseppe Pancione (avvocati Raffaele Scarinzi e Dario Vannetiello), 61 anni, di San Martino Valle Caudina.
Le accuse prospettate a vario titolo vanno dall'associazione per delinquere alla corruzione e alla turbativa d'asta e sono relative alle gare per la riconfigurazione e la messa in rete di una serie di piccole piazze al rione Libertà e a San Vito, la riqualificazione del ponte Santa Maria degli Angeli sul fiume Sabato, la costruzione di un ponte didattico ciclopedonale Santa Maria degli Angeli – Rione Libertà, e del ponte Torre della Catena sul fiume Sabato.
Per un'altra gara, quella dei lavori del nuovo terminal dei bus, era stata già dichiarata l'intervenuta prescrizione di due addebiti di corruzione e turbativa d'asta risalenti al 12 marzo del 2012 che aveva significato la definitiva uscita dal processo di altri tre imputati.
Nel mirino degli inquirenti un presunto giro di denaro (complessivamente oltre 300 mila euro, più altri 200mila “di cui sarebbe stata accettata la promessa) che sarebbe stato dato e ricevuto dai vari imputati, “per sé e per terzi, allo stato non identificati”.
La dottoressa Fabrizi ha chiesto per tutti coloro ai quali erano contestate l'assoluzione dalle accuse di associazione per delinquere e corruzione per il ponte Torre della Catena, e l'assoluzione da alcuni capi di accusa per Mastantuono, Collarile e Carapella.
A seguire, l'intervento dell'avvocato Paola Porcelli, per il Comune, parte civile, poi l'avvio delle arringhe dei difensori, che dovrebbero concludersi l'11 maggio. A discutere questa mattina sono stati gli avvocati Alessio Lazazzera (per Mastantuono) e Vincenzo Fiume (per D'Addona), che hanno sottolineato come dall'istruttoria dibattimentale non sia emerso alcunchè a carico dei loro assistiti, nè tracce di denaro in contanti.
Infine, il Tribunale ha respinto la richiesta del Pm di revocare l'ordinanza con la quale aveva dichiarato inutilizzabili le intercettazioni.