Sarà il gip Vincenzo Landolfi a stabilire il destino dell'inchiesta a carico di tre medici del Rummo, chiamati in causa per la morte di un 64enne di Paolisi, avvenuta il 21 novembre del 2018. Lo farà al termine della camera di consiglio, in programma il 14 maggio, fissata dopo l'opposizione delle parti offese alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura.
Secondo una prima ricostruzione, affetto da un problema urologico e da uno stato febbrile, il paziente, già in cura presso l'ospedale di Sant'Agata dei Goti, era stato trasportato dal 118, il 21 novembre, al pronto soccorso del Rummo, dove era arrivato nella tarda mattinata. Il malcapitato era stato successivamente sottoposto ad un'ecografia, accusava anche difficoltà respiratorie. Dopo alcune ore era stato trasferito nel reparto di medicina d'urgenza, dove in serata il suo cuore aveva smesso di battere per sempre.
La salma era stata bloccata dopo la denuncia dei familiari – sono rappresentati dagli avvocati Carmen Esposito, Vittorio Fucci, Angelo De Nicolais e Isidoro Taddeo-, il sostituto procuratore Marilia Capitanio aveva affidato al medico legale Lamberto Pianese l'incarico dell'autopsia. Un esame per il quale le parti avevano nominato i propri consulenti: in particolare, i dottori Omero Pinto e Vincenzo Migliorelli (per i tre medici indagati, difesi dagli avvocati Marcello D'Auria e Roberto Prozzo); Luca Lepore, Teresa Suero, Michele Selvaggio e Pierluigi Vergineo, per i congiunti della vittima.
Le conclusioni del dottore Pianese, che non ha evidentemente ravvisato l'esistenza di profili di colpa per i tre sanitari, ha indotto il Pm a proporre l'archiviazione dell'inchiesta: una soluzione che non ha ovviamente incrociato il consenso della parti offese, che si sono opposte. Deciderà il Gip se scrivere o meno la parola fine sull'indagine.