"Usura bancaria", il Gip: imputazione coatta per sei persone

Respinta richiesta di archiviazione della Procura, alla quale si era opposto titolare di società

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Benevento.  

Ha respinto la richiesta di archiviazione “giacchè dall'incarto processuale deve ritenersi compiutamente integrata ,l'ipotesi di reato contestata”, e dopo aver rilevato che “non appare possibile, in via preliminare ed aprioristica escludere l'esistenza dell'elemento psicologico, che sono in sede di vaglio dibattimentale potrà trovare la sua naturale sede di valutazione, stante l'evidenziato superamento del tasso soglia e dunque la concreta configurabilità del reato”.

Quello di usura bancaria, per il quale il gip Loredana Camerlengo, dopo aver evidenziato “una inspiegabile dilatazione dei tempi delle indagini”, attribuita ai “ritardi in relazione alla parziale identificazione dei soggetti convolti”, ha disposto l'imputazione coatta, alla quale dovrà provvedere, esercitando l'azione penale, la Procura, per sei dirigenti di tre istituti bancari: ex Banca del lavoro e del piccolo risparmio, Banca Agrileasing, oggi Iccrea Banca Impresa SpA, e Banca Intesa San Paolo.

I fatti risalgono ad alcuni anni fa, sono relativi alle querele tra il 2012 ed il 2013 del legale rappresentante di una società- assistito dall'avvocato Federica Ventorino e dallo studio De Longis senior - di cui era stato dichiarato il fallimento nel 2009. Nel 2015 il Pm aveva incaricato un proprio consulente che aveva offerto tre ipotesi di calcolo dei tassi per ciascuna banca; la metodologia di inclusione della Commissione di massimo scoperto; l'esclusione della stessa e l'inclusione della cosiddetta commissione di massimo scoperto media.

A distanza di due anni, nel 2017, aveva chiesto l'archiviazione, alla quale si era opposta la parte offesa. Il Gip aveva ordinato altri sei mesi di attività investigativa, al termine dei quali aveva deciso, nel giugno del 2018 l'archiviazione, in assenza di opposizione. Una scelta al centro del reclamo, accolto, presentato dall'imprenditore, perchè la richiesta di archiviazione era stata notificata ad un difensore diverso da quello di fiducia. Una volta superato il problema, era arrivata la seconda opposizione che aveva reso indispensabile la fissazione di una ulteriore camera di consiglio, celebrata lo scorso 10 marzo. E conclusa, come detto, con il rigetto della proposta di archiviazione e l'ordine al Pm, perchè formuli la richiesta di rinvio a giudizio.