Giunta comunale, revisori dei conti e responsabili dell'ufficio tecnico. Erano stati citati per un presunto danno erariale, ma sono stati assolti. E' la sentenza della Corte dei Conti per le persone che la Procura contabile avrebbe voluto fossero condannate per la gestione di un immobile destinato, a San Marco dei Cavoti, ad accogliere la scuola manageriale della Fondazione Lee Iacocca.
Si tratta di tre revisori dei conti: Patrizia Cocca (2009-2012), Nicola Carpentiero (2014-2016), Alfonso Tacconi (2017-2020), di due responsabili dell'ufficio tecnico: Salvatore Carpinelli (dal 2010 all'attualità) e Francesco Cocca (dal luglio 2012 al marzo 2013, sindaco dal 2010 al 2014), degli assessori (dal 2010 al 2014) Marco Castellucci, Pellegrino Francesco Cocca, Antonio Cormano, Carlo Costanzo, Michele la Vista, Ermanno Ricci, e di Valentino Castello, assessore dal 2014 all'attualità, ai quali era stato contestato di “aver progettato e costruito un bene immobile senza poi destinarlo, con gravissima e prolungata negligenza, a finalità di interesse pubblico”.
Il danno ipotizzato, inizialmente stimato in 1 milione e mezzo di euro, era poi stato ridotto della metà e addebitato per il “70% ai responsabili dell'area tecnica, per il 15% alla parte politica e per il 15% ai revisori dei conti”. Nel mirino dell'indagine della guardia di finanza, avviata dopo un articolo di stampa, era finito un manufatto in via Rovagnera 36 che, “nonostante l'edificazione e l'ultimazione, non era stato affidato né alla Fondazione Lee Iacoocca, né ad altre finalità di pubblica utlità, pur restando nella disponibilità e proprietà del Comune, che peraltro non ne aveva curato né l'inventariazione, né la custodia, né la messa a reddito”. Attenzione puntata, dunque, “sulla mancata utilizzazione e sul colposo deperimento del bene”, con la relativa pretesa risarcitoria. Un danno erariale che la Corte non ha ravvisato, assolvendo coloro che erano stati citati in giudizio e dichiarando inammissibile la citazione per un terzo responsabile tecnico.
Sono stati impegnati nella difesa gli avvocati Roberto Prozzo, Marianna Cocca, Francesco Maria Caianiello, Paolo de Bernardinis, Vincenzo Mozzi, Alessio Piccirillo, Spartico Capocefalo e Ciro Galiano.