Un anno e 4 mesi, pena sospesa, è il risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, in favore delle parti civili. E' la condanna decisa dal giudice Monaco per Giuseppe Inglese (avvocato Ernesto Canelli), 59 anni, di Sant'Angelo a Cupolo, una delle due persone – l'altra, la proprietaria dell'immobile, aveva patteggiato - tirate in ballo dalle indagini della Squadra mobile sulla morte di Carmine Pancione, 37 anni, di Pagliara, una frazione di San Nicola Manfredi, avvenuta al Rummo il 28 gennaio del 2014.
Due settimane prima l'uomo era rimasto vittima di un incidente lungo la strada che da Sant'Angelo conduce a Montorsi. Era il 15 gennaio: secondo la ricostruzione degli inquirenti, mentre stava impermeabilizzando la tettoia del porticato, appena realizzata, di un'abitazione annessa ad un'attività commerciale, il malcapitato era scivolato, cadendo nel vuoto. Un volo di meno di due metri e mezzo, concluso sull'asfalto. Gravissime le conseguenze dell'impatto – trauma e fratture craniche – accertate dai medici del Rummo, dove era stato trasportato. Giudicato in prognosi riservata, era stata ricoverato nel reparto di rianimazione, dove il suo cuore aveva cessato di battere.
I suoi familiari (parti civili con l'avvocato Cipriano Ficedolo) avevano acconsentito all'espianto degli organi, eseguito da un'equipe alla presenza del medico legale, la dottoressa Monica Fonzo, incaricato dalla Procura. Da qui l'avvio di un'inchiesta anche a carico di Inglese, indicato dagli inquirenti come datore di lavoro (una qualifica contestata dal suo difensore), o socio di fatto di Pancione, per la violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni.