E' in programma domani, ma slitterà, la camera di consiglio, fissata dinanzi al gip Vincenzo Landolfi, sull'opposizione di Marius Ungureanu, il papà di Maria, la bimba di 9 anni che il 19 giugno del 2016 era stata rinvenuta senza vita, annegata, nella piscina di un casale a San Salvatore Telesino, alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura nei confronti di Daniel Ciocan (avvocato Salvatore Verrillo) per le ipotesi di omicidio e violenza sessuale: un capitolo, quello dei presunti abusi, nel quale sono stati chiamati in causa anche lo stesso Marius e la moglie, rappresentati dagli avvocati Fabrizio Gallo e Serena Gasperini.
Come è noto, l'inchiesta del procuratore aggiunto Giovanni Conzo e dei carabinieri si è chiusa nello scorso novembre con una novità: l'accantonamento delle accuse di omicidio e violenza sessuale prospettate per poco meno di 4 anni e mezzo, e poi proposte per l'archiviazione, e la formulazione dell'addebito di abbandono di minore a carico di Daniel e della sorella. Una soluzione alla quale il genitore della piccola ha detto no.
Secondo gli inquirenti, la sera del dramma la piccola Maria era con Ciocan a bordo della Polo con la quale Daniel era andato a prendere la sorella a Telese. Loro l'avrebbero condotta prima all'esterno del resort, poi nell'area della piscina; quindi sarebbero andati via e l'avrebbero lasciata lì, senza preoccuparsi del fatto che la bimba non sapesse nuotare e che avesse timore dell'acqua, nella quale si sarebbe immersa, perdendo la vita.
Accanto a quelli dei Ciocan, poi, i nomi di Antonio e Daniela Romano – sono assistiti dall'avvocato Angelo Leone-, rappresentante legale e responsabile del servizio di prevenzione della struttura, chiamati in causa per una ipotesi di omicidio colposo, perchè non avrebbero adottato le misure di sicurezza idonee ad evitare l'accesso alla piscina, profonda un metro e mezzo.