L'avrebbe costretta a cambiare le proprie abitudini di vita, al punto da indurla ad uscire sempre in compagnia. Lui ne avrebbe infatti controllato i movimenti, con condotte ritenute di natura persecutoria che gli sono costate il rinvio a giudizio.
E' stato disposto, così come aveva proposto il sostituto procuratore Amalia Capitanio, per un giovane di San Salvatore Telesino – è difeso dall'avvocato Fabio Russo -, che ad ottobre dovrà rispondere delle accuse di stalking e lesioni. Gli sono state contestate in una inchiesta avviata dopo la denuncia presentata ai carabinieri, su fatti che risalirebbero all'estate del 2014, da una donna – è assistita dall'avvocato Luisa Aceto- alla quale era stato legato sentimentalmente.
Una storia per molti versi simile a quelle che rimbalzano, con una frequenza quasi quotidiana, all'onore delle cronache. Racconta ciò che lui le avrebbe fatto nel luglio di sette anni fa, quando l'avrebbe attesa sotto casa e, dopo averla afferrata per le mani, l'avrebbe spinta contro il portone, insultandola pesantemente e chiedendole dove fosse stata.
La giovane era riuscita divincolarsi e ad entrare nell'abitazione, dalla quale era uscita successivamente, incrociando ancora l'uomo, che l'avrebbe trascinata con forza.
“Dove stai andando a fare la z...?”, avrebbe continuato ad apostrofarla, provocandole lesioni giudicate guaribili in dieci giorni. In un'altra occasione l'avrebbe aggredita verbalmente mentre era con alcuni amici, poi l'avrebbe inseguita, manifestando tutto il suo disappunto, definiamolo così, perche non restava tra le mura domestiche. “Lo sai che mi da fastidio...”, le avrebbe urlato, aggiungendo altre frasi offensive. Infine, nell'ultimo episodio finito nel mirino degli inquirenti, l'avrebbe colpita alle spalle con un pugno alla nuca.