Avrebbero esercitato la professione sanitaria avendo soltanto un attestato di abilitazione all’esercizio dell’arte ausiliaria delle professioni sanitarie di massaggiatore e capo bagnino degli stabilimenti idroterapici. E' questa l'ipotesi di reato contestata nel sequestro disposto dal gip Maria Di Carlo di un immobile a San Giorgio del Sannio utilizzato due fratelli che, residenti in un vicino centro della provincia di Avellino, da alcuni anni abitano nella cittadina del Medio Calore.
Sono stati tirati in ballo da un'indagine diretta dal sostituto procuratore Maria Colucci e condotta dai carabinieri della Stazione sangiorgese, iniziata dopo la segnalazione relativa alla presenza in una struttura ricettiva di due cittadini americani, uno dei quali - malato oncologico – avrebbe ricevuto “le cure dagli indagati, i quali praticavano trattamenti sanitari” - si legge in una nota del procuratore Aldo Policastro - anche nell'appartamento, “adibito a studio privato”, al quale sono stati apposti i sigilli.
Da qui una perquisizione operata dai militari con i colleghi del Nas di Salerno, conclusa con il sequestro di “medicinali, oggetti, soluzioni, confezioni di materiale sanitario, una centrifuga da laboratorio, provette, aghi ed altri materiali (taluni di essi con etichette provenienti dalla Germania), timbri, fatture ed esami diagnostici dei pazienti”.
Gli accertamenti sui farmac- sostengono gli inquirenti - “permettevano di chiarire che i medicinali di origine tedesca in sequestro erano cortisonici, antitrombotici e anestetici e che gli equivalenti sul territorio nazionale possono essere dispensati solo su prescrizione medica, essendo di fascia A, dispensati dal SSN e possono essere somministrati solo da personale medico o infermieristico”. E non dagli indagati, che “non erano in possesso delle abilitazioni per l’esercizio della professione sanitaria, necessarie per la somministrazione di alcuni farmaci rinvenuti nella diretta disponibilità degli stessi, essendo in possesso soltanto di un attestato di abilitazione all’esercizio dell’arte ausiliaria delle professioni sanitarie di massaggiatore e capo bagnino degli stabilimenti idroterapici”.
L'inchiesta si è poi srotolata attraverso l'escussione di alcuni pazienti, dalla quale sarebbe emerso “che i due indagati si erano presentati come professionisti sanitari e della riabilitazione o come fisioterapisti, che praticavano cure con infiltrazioni, iniezioni e flebo; uno dei pazienti dichiarava di essere stato sottoposto presso lo studio predetto ad un prelievo di sangue venoso da parte di uno dei due indagati”.
Un quadro, quello prospettato dalla Procura, nel quale il Gip ha ritenuto sussistenti il fumus del delitto di esercizio abusivo della professione sanitaria e il pericolo di reiterazione del reato con prevedibili rischi anche per i pazienti sottoposti alle predette pratiche senza abilitazione, ordinando per questo il sequestro preventivo dell’immobile dei due fratelli, difesi dall'avvocato Valerio Preziosi.