Prima il padre, ora una figlia: Mariagrazia Russo, che invia una lettera al papà, Nicola Russo, 49 anni, capo uffico tecnico dei Comuni di Cusano Mutri e Durazzano, agli arresti domiciliari da martedì scorso in una inchiesta sull'affidamento di alcuni appalti e sul rilascio di una serie di permessi a costruire.
"Caro Papà - scrive -, stai passando un brutto periodo e mi dispiace tanto. Tu sei un Grande sia nel tuo lavoro che nella vita. Sempre dalla parte dei più deboli. Io e Antonella siamo state fortunate ad avere un papà come te. Purtroppo in Italia i "fuoriclasse" come te, i professionisti in grado di assumersi le loro responsabilità, non sono ben visti. In Italia vive tranquillo chi è mediocre! Ma tu non potresti mai essere un mediocre: non farebbe parte del tuo stile! Tu fai tantissimo nel tuo lavoro: cerchi di risolvere problemi creati 20 anni prima da altri, assumendoti ogni volta responsabilità che sarebbero in capo ad altri (mi hai raccontato addirittura delle piscine autorizzate, da precedenti funzionari, come vasche di raccolta acqua e saresti accusato anche di falso...) !",
Secondo Mariagrazia, "tutto questo viene visto in modo distorte dalla magistratura, dalle forze dell'ordine. Papà tu te ne devi andare! A noi dispiacerà non vederti più spesso, ma non possiamo chiederti più di restare. Ormai vieni trattato come un "capomafia": intercettazioni, ambientali, perquisizioni e ora anche gli arresti. Non immagino neppure cosa possa succedere la prossima volta. Papà tu nel tuo lavoro vieni definito un "Maradona" e come tutti i grandi devi andare via... Ti vogliamo bene grande ingegnere Russo! Grande papà".