Perizia psichiatrica per Loredana: ha ucciso figlio di 4 mesi

La Corte di assise ha affidato l'incarico al dottore Teofilo Golia

perizia psichiatrica per loredana ha ucciso figlio di 4 mesi
Benevento.  

Affidato al dottore Teofilo Golia l'incarico della perizia psichiatrica disposta dalla Corte di assise per Loredana Morelli (avvocati Matteo De Longis e Michele Maselli,), 36 anni, di Campolattaro, sordomuta ed affetta da problemi psicopatologici, che il 15 settembre del 2019 aveva ucciso Diego, il figlio di quattro mesi. Lo specialista dovrà valutare la capacità di intendere e di volere, e di stare in giudizio, della donna, e la sua pericolosità sociale.

Mercoledì il via alle operazioni, per le quali le parti hanno nominato i loro consulenti: il dottore Fernando Melchiorre, per l'imputata, e i dottori Saverio Terracciano e Gennaro De Filippis, per il marito ed i suoi familiari, parti civili con l'avvocato Antonio Zobel.

Il lavoro del dottore Golia si svolgerà all'interno della casa circondariale di contrada Capodimonte, dove Loredana è ancora detenuta nonostante le pronunce del Riesame - risale al 18 dicembre 2020- e, alcuni giorni fa, della stessa Corte di assise. Entrambi hanno stabilito che per le sue condizioni, incompatibili con il regime carcerario, vada ai domiciliari: ma dove?

Perchè, al problema dell'iniziale errore nell'indicazione della struttura di Benevento che avrebbe dovuto accoglierla, e che si era poi tirata indietro per l'assenza del Piano di trattamento riabilitativo individuale, si è aggiunta l'indisponibilità ad accoglierla manifestata sia suoi congiunti, sia da una clinica di Avellino, per la particolare complessità della situazione.

Circostanze più volte sottolineate in queste settimane, ormai note come i termini del delitto, che Loredana aveva confessato prima che il gup la spedisse a giudizio – il 22 marzo la prossima udienza-. Aveva raccontato quel viaggio in auto da Quadrelle, dove abitava con Antonello, di lui più giovane di due anni, anch'egli sordomuto, con l'intenzione di raggiungere la sua famiglia. Per non farsi fermare dai carabinieri, che la cercavano dopo la denuncia del coniuge, aveva imboccato la Benevento -Caianello, giungendo all'altezza di Solopaca, dove la Opel Corsa si era schiantata contro il guard rail.

Era scesa, aveva preso tra le braccia Diego e l'aveva lanciato di sotto. Poi, intenzionata a farla finita, aveva fatto altrettanto, restando impigliata tra i rovi, al pari del bimbo. Lei lo aveva raggiunto e colpito alla testa con un pezzo di legno, ammazzandolo.