Quattro condanne e due assoluzioni. Le ha decise il Tribunale (presidente Rotili, a latere Monaco e il got D'Orsi) al termine del processo per le sei persone coinvolte, a vario titolo, in un'inchiesta della guardia di finanza di Napoli e di Montesarchio in materia di inquinamento ambientale a Sant'Agata dei Goti, nell'area della cava dismessa alla località Palmentata.
Questa, in particolare, la pronuncia del collegio giudicante: escluso l'aumento per la contestata recidiva, e unificati i reati sotto il vincolo della continuazione, 4 anni e 10 mesi e una multa di 25mila euro a Giovanni Izzo, 52 anni, di Sant'Agata dei Goti, legale rappresentante della 'Ecologia Unitrans', una società di trasporti e stoccaggio rifiuti; 3 anni e 17mila euro di multa a Giovanni Izzo, 51 anni, dipendente della 'Ecologia'; 3 anni e una multa di 4500 euro a Fabrizio Izzo, 27 anni, per i quali è stata anche disposta l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.
E ancora: 1 anno e 7 mesi, pena sospesa, e 8500 euro di multa ad Antonio Martino, 26 anni, anch'egli operaio dell'impresa, santagatese Lui e gli altri tre non potranno contrattare con la pubblica amministrazione per 5 anni.
Assolti, invece, perchè il fatto non sussiste, Alfonso Fabbricatore, 33 anni, di Nocera Inferiore, ed Alfonso Sellitto, 53 anni, di Mercato San Severino, amministratori di due ditte. Il tribunale ha anche ordinato la confisca di automezzi, targhe, carte di circolazione e attrezzature sequestrati, il dissequestro di un'area di Limatola e la confisca delle altre aree che erano state sequestrate, previo il ripristino dei luoghi a spese di coloro che sono stati condannati.
La sentenza – le motivazioni saranno depositate entro ottanta giorni – ha accolto non completamente le richieste del procuratore Giovanni Conzo, che aveva proposto sei condanne e le seguenti pene: 10 anni e 6 mesi per Giovanni Izzo, 52 anni, 8 anni per il figlio Fabrizio; 2 anni e 8 mesi a Giovanni Izzo, 51 anni, 1 anno e 4 mesi a Martino, 4 mesi di arresto per Fabbricatore e Sellitto.
Alle sue conclusioni si erano opposti, per gi imputati, gli avvocati Dario Vannetiello, Pietro Romano, Antonio Panarese, Domenico Vincenzo Ferraro, Andrea Ricciardi e Aniello Feleppa. Nei loro interventi era stato sottolineato che a Palmentata c'era già una discarica comunale, in parte bonificata, oggetto negli anni di numerosi sversamenti, e, per quanto riguarda Giovanni Izzo, 52 anni, era stato evocato il “divieto di secondo giudizio” per avere egli patteggiato, nell'ottobre del 2010, la pena di 4 anni, dinanzi al gup del Tribunale di Napoli, per aver compromesso la cava a Palmentata.
Nel mirino degli inquirenti, come è ampiamente noto, erano finiti il trasporto e lo sversamento di rifiuti “speciali pericolosi e non, senza autorizzazione”, nella zona della cava dismessa alla località Palmentata di Sant'Agata dei Goti e, per il materiale proveniente dalle ditte di Sellitto e Fabbricatore, in un'area a Limatola. Tutto ciò avrebbe determinato a Sant'Agata, in “una vasta area, di circa 18.000 metri quadrati, sottoposta a vincoli paesaggistici e ambientali (in quanto adiacente ad un alveo e due laghi artificiali identificati come “oasi del verde”), una contaminazione significativa di una parte del suolo”.