L'ultima parola l'ha scritta il gip Gelsomina palmieri, disponendo l'archiviazione dell'indagine. Perchè “mancano elementi sufficienti ed idonei a sostenere l'accusa in giudizio, tali cioè da affermare che la volontà degli indagati fosse orientata a procurare un vantaggio patrimoniale o un danno ingiusto, non potendosi tale volontà dedurre semplicemente dal comportamento non iure dell'agente”.
Fine dell'inchiesta, dunque, avviata sull'appalto per le rete fognaria di San Lorenzello, per la quale erano stati chiamati in causa il sindaco Antimo Lavorgna, Filippo Di Cosmo, responsabile dell'ufficio tecnico, ora in pensione, ed il progettista, l'ingegnere Gaetano Dell'Aversana. Abuso d'ufficio, questa l'ipotesi di reato prospettata in una indagine avviata dopo la denuncia di tre consiglieri di minoranza, secondo i quali le opere non erano state eseguite correttamente e non erano collaudabili.
La Procura aveva proposto l'archiviazione, alla quale si erano però opposte le parti offese, rappresentate dall'avvocato Andrea De Longis junior. Un'iniziativa che aveva determinato la fissazione di una camera di consiglio nello scorso gennaio, peraltro a distanza di un mese dal collaudo, stabilito da una commissione.
Ora la decisione del giudice e l'archiviazione della posizione di Lavorgna, Di Cosmo e Dell'Aversana, difesi, nell'ordine, dagli avvocati Ernesto Aceto, Giuseppe Francesco Massarelli ed Eugenio Carbone.