Ieri la notizia del suo coinvolgimento, e di quello di un tecnico comunale, nell'indagine sull'inquinamento dei fiufmi, adesso la replica del sindaco di Vitulano, Raffaele Scarinzi.
"Si premette la totale fiducia nell’operato della magistratura e l’assoluta convinzione che la vicenda sarà al più presto chiarita - esordisce il primo cittadino -. E’ però necessario mettere da subito in chiaro alcuni aspetti che risultano trascurati nell’informazione della stampa. Primo aspetto: l’impianto di depurazione di Vitulano è dal 6.7.2018, dopo le riparazioni post alluvione, perfettamente funzionante ed i suoi scarichi, controllati periodicamente ed anche all’interno dell’odierna indagine, sono risultati del tutto regolari. Ne è prova la verifica del NOE del 24.7.18, da cui scaturiva solo la contestazione della violazione formale della scadenza dell’autorizzazione provvisoria allo scarico. Ne è ancora: che il depuratore di Vitulano non è stato sequestrato, che in data 31.1.2020, è intervenuta da parte del Responsabile del Settore tecnico della Provincia di Benevento l’AUA (Autorizzazione Unica Ambientale) definitiva. Pertanto il caso Vitulano è del tutto estraneo a presunti inquinamenti e a presunte tecniche elusive delle norme sugli scarichi".
La nota prosegue: "Secondo aspetto: in data 25.7.2018, a seguito del riferito accertamento del NOE del 6.7.18 e su richiesta di Gesesa, veniva rilasciata dal comune autorizzazione provvisoria allo scarico con scadenza 25.1.19. In data 22.10.2018, al Sindaco di Vitulano veniva contestato di aver aperto o comunque mantenuto scarichi di acque reflue domestiche o di reti fognarie nonostante l’autorizzazione provvisoria allo scarico fosse scaduta. Sanzione da €. 6000,00 ad €. 60.000,00. Con scritti difensivi del 23.10.18 e successiva audizione personale presso la Regione Campania del 30.10.18, il Sindaco di Vitulano chiariva che l’unico Responsabile dell’esercizio dell’impianto era il gestore, quindi GESESA, cui doveva essere contestata la violazione. Nessun seguito ad oggi per cui si presume archiviata la posizione".
Dagli atti di indagine - spiega Scarinzi - "risulta che in data 8 marzo 2019 venivano intercettate due telefonate tra un tecnico della GESESA ed un tecnico del comune di Vitulano, in cui il primo avrebbe lamentato la scadenza anche dell’autorizzazione provvisoria del 25.7.18 senza che nessuno si fosse preoccupato del suo rinnovo. Il tecnico della GESESA avrebbe suggerito di datare la nuova autorizzazione gennaio 2019 per coprire il periodo scoperto; quello del comune avrebbe riferito di volerne parlare con il sindaco, infine i due si sarebbero accordati su come procedere. Ipotizzato quindi il reato di falso per retrodatazione, il sindaco vi avrebbe partecipato solo apponendo la sua firma in calce al provvedimento così strutturato. Nessun accertamento e nessuna contestazione avevano riguardato il periodo gennaio - marzo 2019, per cui la retrodatazione non avrebbe avuto altra utilità se non quella di saldare a sanatoria i periodi di vigenza delle due autorizzazioni".
Quarto aspetto: "Il comune di Vitulano non ha mai difeso interessi della GESESA, alla quale ha invece apertamente attribuito la responsabilità delle violazioni FORMALI accertate chiedendo che fosse destinataria delle relative sanzioni. Non si può quindi ritenere che alla stessa si sarebbero volute evitare sanzioni, né che le si sarebbero evitati i costi di trasferimento e smaltimento altrove dei reflui, atteso che una tale soluzione sarebbe stata impraticabile e assurda essendo l’impianto perfettamente funzionante.
Quinto e ultimo aspetto: "Questa lettura dei fatti non si è potuto ancora offrirla alla Magistratura che si è quindi determinata solo in base agli elementi nella sua disponibilità. In ogni caso il comune di Vitulano, ritenendosi danneggiato da questa vicenda, si costituirà parte civile a sostegno della Magistratura e nei confronti di chiunque risulterà responsabile di fatti illeciti nei suoi confronti".