Revocata dalla Corte di appello la confisca dei beni di Antonio Del Vecchio (e della moglie e della figlia), 63 anni, un commerciante di Telese. Accolto, dunque, il ricorso curato dall'avvocato Angelo Leone e fondato sull'insussistenza del fumus della pericolosità, il presupposto sulla scorta del quale il Tribunale di Benevento- Sezione misure di prevenzione- aveva adottato, nel marzo del 2017, il decreto di confisca di 5 auto, 2 vigneti a Castelvenere, 2 immobili (uno a Roma, l'altro a Telese Terme), 2 conti correnti bancari, 1 libretto postale, 250 azioni Enel, 5 conti correnti bancari e postali, 1 polizza assicurativa e quote Fondi comuni di investimento, per un ammontare di 915.000 euro.
Il provvedimento, eseguito dalla guardia di finanza, era arrivato poco meno di un anno dopo il sequestro scattato a carico di Del Vecchio, una delle dodici persone che il 29 settembre 2014 erano state condannate al termine del processo nato da un'indagine antiusura ('Anaconda') diretta dal pm Giovanni Tartaglia Polcini e condotta nel 2008 in Valle Telesina dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Cerreto Sannita. Per Del Vecchio la condanna a 5 anni, poi ridotta in appello, dove era stato difeso dall'avvocato Salvatore Pane, a 4 anni ed 11 mesi. Era il 12 settembre del 2019, e in quella occasione erano state confermate dieci condanne, con una sentenza che ora attende il vaglio della Cassazione.