Condanna ridotta in appello in tre casi, e confermata in un altro, per i quattro sanniti, di Montefalcone di Valfortore, che nel febbraio 2014 erano stati chiamati in causa nell'indagine antidroga, denominata New Bridge, diretta dalla Dda di Reggio Calabria.
In particolare, i giudici di Reggio Calabria hanno riformato la sentenza pronunciata il 3 novembre dal Tribunale di Locri, che aveva assolto gli imputati dall'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, condannandoli per associazione per delinquere dopo la riqualificazione dell'iniziale imputazione di stampo mafioso.
Queste le nuove pene: 8 mesi (1 anno in primo grado) ad Andrea Memmolo, 32 anni, 1 anno (1 anno e 6 mesi) a Daniele Cavoto, 33 anni, e Francesco Vonella, 32 anni. Confermati, invece, i 3 anni inflitti a Carlo Brillante, 54 anni. Sono stati impegnati nella difesa gli avvocati Vincenzo Sguera, Mario Verrusio, Stanislao Lucarelli, Mauro Valentino e Manuela Valente.
Una ventina le persone coinvolte nell'operazione, sette delle quali avevano scelto il rito abbreviato (cinque condanne e due assoluzioni). Per le altre il rinvio a giudizio ed il processo concluso con le condanne, alcune delle quali sono state ridotte anche ad altri imputati.
Nel mirino, come si ricorderà, era finito un giro di droga tra Stati Uniti e Calabria, passando per il Sannio. Cocaina da acquistare alle Bahamas o in Guyana e da spedire in Italia, eroina da comprare nel nostro Paese per venderla negli States. New York, Gioiosa Jonica e Montefalcone di Valfortore le tappe della triangolazione.
Secondo gli inquirenti, droga nascosta in carichi di copertura di frutta fresca o carbone, piazzata sull'asse costruito tra due gruppi, sui rapporti tra esponenti legati alla famiglia Gambino, “storicamente considerata la più grande e potente di Cosa nostra” negli Usa, e la 'ndrina Ursino. Nel mezzo “una cellula collegata con gli americani ed i calabresi sedente nel beneventano”.